394 Risultati della ricerca

Per la ricerca "metro".

AUGURI WWW.Q4Q5.IT !

Q  uesta volta non ho voluto enfatizzare il compleanno torta 2 annidi www.q4q5.it, ma come voi ricorderete esattamente due anni fa, alla presenza del Sindaco Zaccheo e della allora Presidente della Circoscrizione Marilena Sovrani, e di numerose altre figure Istituzionali della città, IL 3 DICEMBRE DEL 2005, veniva inaugurato il nostro portale.

A due anni di distanza hanno aderito con la registrazione più di 700 utenti (di cui almeno l' 80% residenti in Q4 Q5) , circa 25.000 persone diverse anno visitato il nostro portale almeno una volta (ma c'è chi lo visita anche più volte al giorno), sono stati scritti migliaia di post ed aperte centiania di discussioni su temi specifici e vari. Migliaia sono pure le news pubblicate e altri e tanti i commenti alle news.Mai come in questi due anni, credo di poter affermare, Q4 e Q5 sono stati oggetto di attenzione da parte dei mass media locali e molto spesso grazie alle notizie provenienti dal sito.

Ci siamo sforzati di mantenere il massimo dell'equilibrio politico possibile, non elemosinando però le giuste critiche alle amministrazioni quando abbiamo ritenuto questo, più che legittimo, doveroso.

Abbiamo altresì collaborato con le stesse in molte occasioni, ricordo ad esempio la festa dell'albero e la pulizia dell'oasi verde, ed in tal senso abbiamo dimostrato di non essere prevenuti, ma di lavorare unicamente per il bene dei quartieri e della città.

Non abbiamo mai chiesto la luna, ma solo opere e servizi che in quartieri con più di 20.000 abitanti, negli anni 2000, non possono mancare.

Qualcuna delle richieste è stata soddisfatta, qualcuna lo sta per essere, altre spero lo saranno.

Abbiamo avviato e realizzato diverse importanti iniziative delle quali ne ricordo solo alcune:

Tav. Rot. sulle Antenne; Pulizia Oasi Verde; Festa dell'albero; Siti In Incrocio a Raso; Tav. Rot. sui Consorzi; Raccolta firme per le Poste; Manifestazione il Piazza del Popolo per l Campo di Calcio, Confronto Candidati Sindaco; Conferenza sulla Metro Leggera, 2 feste di Natale (e la terza la realizzeremo il 15 dicembre) …etc etc etc.

Dal sito è nata l'associazione Quartieri Connessi, presieduta da Salvatore Antoci, attraverso la quale si sono potute realizzare alcune delle precedenti iniziative.

Il merito di tutto ciò non può essere legato unicamente allo staff del portale, ma a tutti gli utenti (in particolare quelli registrati) che hanno offerto il loro piccolo o grande contributo sostenendo e qualche volta promuovendo, le nostre iniziative.

Per chiudere non posso non ringraziare, con tutto il cuore, tutti coloro che mi sono stati vicini (l'intero Staff) anche in momenti non facili nei quali non posso nascondere qualche momento di demoralizzazione e voglia di mollare.

Ora però, che il portale dei quartieri è diventato per molti "vicini" ma anche per molti altri cittadini di altre zone della città, un punto di riferimento, sento il dovere, oltrechè il piacere, di continuare, sperando ancora una volta nell'aiuto e nella collaborazione di tutti voi.

Infinite Grazie.

BUON COMPLEANNO…… Q4Q5.IT !!

Ferdinando Cedrone  torta

p.s.  Lo Staff di www.q4q5.it è così composto:

Ed in ordine alfabetico gli altri membri del direttivo e della redazione di www.q4q5.it

Per la parte tecnica

 

I primi effetti della nostra conferenza

Segnaliamo con piacere il seguente comunicato stampa del consigliere Fabrizio Cirilli, al quale spero farà seguito anche una sovrapponibile azione di altri consiglieri e di altri gruppi di opposizione e perchè no di maggioranza.

Ferdinando Cedrone 

Latina 30 novembre 2007 

 COMUNICATO STAMPA METROTRANVIA: FERMIAMOLI

Tra breve, con i lavori di realizzazione della metrotranvia, Latina inizierà a vivere l’ennesimo incubo che rischierà di portare il Comune alla bancarotta. Oggi, nonostante i ripetuti segnali di allarme lanciati a chi ci sta amministrando che, di fatto, ha esautorato il Consiglio Comunale da tutto il processo decisionale, ci troviamo vicini all’apertura di cantieri di cui, molto probabilmente, non vedremo mai la fine e che comporteranno sperpero di soldi pubblici e sacrifici dei cittadini. Ancora una volta viene “venduto” ai cittadini l’ennesimo grande sogno che indebiterà la nostra città. 

Quella che è stata illustrata come un’opera mostrata come a costo zero per le casse comunali in realtà, già ora, ha dei costi rappresentati dalla parte di finanziamento pubblico alla realizzazione che non è coperto dal CIPE e che il comune si è accollato per € 2.342.000 e che dovrà pagare nel 2009 oltre lo stanziamento iniziale di € 200.000 per cinque anni a partire dall’anno 2009 per coprire gli eventuali mancati incassi da biglietti.

 Quello che però rischia di far saltare ogni già precario equilibrio delle nostre casse comunali è il fatto che il Comune si è assunto tutti i rischi economici derivanti dall’opera ed in particolare dal non rispetto dei dati previsti a base dello studio di fattibilità e del piano economico per quanto riguarda i costi di realizzazione, i finanziamenti pubblici alla costruzione ed alla gestione, le spese di gestione ed i  ricavi da traffico.  

In poche parole il Comune dovrà corrispondere un costo non ancora quantificato ma di enorme impatto considerato che tutto il piano realizzativo e gestionale dell’opera si fonda sembrerebbe costruirto su dati errati. Bastino solo due elementi: lo studio di fattibilità dell’opera è costruito su ipotesi di convenienza per il cittadino, in termini di costi e tempi, all’uso del nuovo mezzo pubblico. Dati che anche ad una semplice sperimentazione pratica risulterebbero non veri. Lo studio prevede inoltre che il Comune “convinca” il cittadino ad usare il nuovo mezzo pubblico attraverso il ricorso “ad una politica restrittiva di circolazione delle auto private e di scoraggiamento della sosta”. In poche parole, al di là della reale ed attuale convenienza, il cittadino sarà di fatto costretto, non è dato ad oggi sapere attraverso quali concreti decisioni amministrative, ad usare il nuovo mezzo.

 

Cosa ancora più rilevante e devastante per il futuro delle casse comunali è che il piano economico di gestione dell’opera prevede per i prossimi 30 anni dal momento in cui l’opera è stata realizzata, contributi regionali a valere sul fondo regionale ai trasporti per oltre 7 milioni di euro l’anno del tutto aleatori. Contributi che deve essere chiaro non sono veritieri perché tecnicamente non è possibile fissare un impegno per 30 anni sul fondo regionale, perché non risulta esistere alcun atto della Regione Lazio che impegni a favore di Latina e della metrotranvia finanziamenti regionali e perchè ad oggi il comune di Latina  riceve un contributo regionale per tutto il trasporto pubblico locale di € 2.350.000,

 Sia chiaro che avendo il piano economico finanziario a base dell’opera considerato i 7 milioni di euro regionali, sarà il comune che dovrà assicurarli sia nella quantità che nella tempistica di erogazione indipendentemente da quello che farà la Regione. 

       L’incoscienza di chi ci amministra ci porterà ad avere un bilancio comunale che sarà in grado di pagare gli stipendi del personale comunale, i debiti di Latina Ambiente ed i debiti della metrotranvia.  E’ per questo che occorre fermarli. 

Per quanto ci riguarda, al di là delle denunce verbali, abbiamo depositato interrogazioni sui molti aspetti critici ed un ordine del giorno in cui chiediamo la sospensione di tutto l’iter realizzativo sino a che, anche in sede di Consiglio Comunale, non vi siano ampie rassicurazioni sui punti critici emersi.

   Lista Progetto per Latina                                                                                                                       

Tram Leggero: Aggiornamenti da Padova

Fate attenzione a quello che capita a Padova, questa e' una sentenza della Cassazione che da' ragione a una signora caduta su un binario di un tram normale di Ravenna , sotto e' riportato l' articolo del Gazzettino che sembra RALLEGRARSI come del resto gli altri articoli dei Giornali " servi del potente di turno !!!"  del fatto che il Magistrato ritenga il Sindaco INNOCENTE ora spete che se vi mettono la monorotaia e cadete NON DENUNCIATE IL SINDACO  ma avrete davanti dai 15 anni in su' per fare una CAUSA CIVILE E PENSATE A QUANTI SOLDI VI COSTERA' !!!!!!

 Gino De Pauli

 

Corte di Cassazione – Sentenza n. 23924/2007
 
 pubblicato il: 20/11/2007
 
 
 
 
 Corte di Cassazione – Sentenza n. 23924/2007
——————————————————————————–
 
 
  
 
Cassazione – Sezione terza civile – sentenza 9 ottobre – 19 novembre 2007, n. 23924 Presidente Varrone – Relatore Federico Pm Scardaccione – difforme – Ricorrente F. – Controricorrente Comune di Ravenna Svolgimento del processo F. Maria conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di Ravenna il Comune di Ravenna per sentirlo condannare al risarcimento dei danni da lei patiti il 21.5.91 allorquando, mentre percorreva a bordo di un ciclomotore la via Antico Squero in Ravenna e si apprestava a svoltare a sinistra, la ruota anteriore del mezzo si infilava nella rotaia di un binario che in quel punto tagliava la strada, provocando la sua caduta in conseguenza della quale riportava lesioni. Il Comune si costituiva contestando la domanda e negando che vi fosse stata un'insidia o un trabocchetto. Con sentenza depositata il 27.7.00 il Tribunale adito, ritenendo applicabile alla fattispecie la previsione dì cui all'art. 2051 c.c., condannava il Comune di Ravenna al risarcimento dei danni in favore dall'attrice, liquidandoli in £ 49.839.617, oltre rivalutazione ed interessi.
Avverso tale decisione proponeva appello il Comune, cui la F. resisteva.
Con sentenza depositata il 7.8.03 la Corte di Appello di Bologna accoglieva il gravame, rigettando la domanda proposta dalla F. .

Quest'ultima ha, quindi, proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza suddetta, affidandosi a due motivi, mentre il Comune ha resistito con controricorso. La F. ha depositato anche una memoria.

Motivi della decisione

Con il primo motivo la ricorrente lamenta la violazione dell'art. 2051 c.c., avendo la Corte di merito erroneamente ritenuto che in presenza di un uso ordinario e generale, da parte dei cittadini, dei beni demaniali che presentino notevole estensione, per questo solo fatto la P.A. sarebbe esente da responsabilità ex art. 2051 c.c.

Con il secondo motivo lamenta invece omessa o in sufficiente motivazione circa un punto decisivo della controversia, e cioè la sussistenza o meno del potere di controllo e di vigilanza sul bene demaniale in questione da parte dell'ente territoriale.

I due motivi, che possono esaminarsi congiuntamente per la loro stretta connessione, sono fondati.

Giustamente, infatti, la ricorrente si duole che in ordine ai danni subiti dall'utente in conseguenza dell'omessa o insufficiente manutenzione delle strade pubbliche la Corte territoriale abbia in modo aprioristico ritenuto che il referente normativo per l'inquadramento della responsabilità della P.A. è costituito, non dall'art. 2051 c.c. che sancirebbe una presunzione inapplicabile nei confronti della P.A. con riferimento ai beni demaniali quando siano oggetto di un uso generale ed ordinario da parte dei terzi, ma dall'art. 2043 c.c., che impone invece, nell'osservanza della norma primaria del "neminem laedere", di far sì che la strada aperta al pubblico transito non integri per l'utente una situazione di pericolo occulto. In realtà, la Corte di merito ha fatto proprio un orientamento giurisprudenziale ormai obsoleto e che non tiene conto dell'evoluzione della giurisprudenza in subiecta materia a partire dalla nota pronuncia n. 156 del 10.5.1999 della Corte costituzionale. La quale ebbe, infatti, ad affermare il principio che alla P.A. non era applicabile la disciplina normativa dettata dall'art. 2051 c.c. solo allorquando "sul bene di sua proprietà non sia possibile – per la notevole estensione di esso e le modalità di uso, diretto e generale, da parte di terzi – un continuo, efficace controllo, idoneo ad impedire l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti".

Ne deriva che, secondo tale autorevole interprete, il fattore decisivo per l'applicabilità della disciplina ex art. 2051 c.c. debba individuarsi nella possibilità o meno di esercitare un potere di controllo e di vigilanza sui beni demaniali, con la conseguenza che l'impossibilità di siffatto potere non potrebbe ricollegarsi puramente e semplicemente alla notevole estensione del bene e all'uso generale e diretto da parte dei terzi, considerati meri indici di tale impossibilità, ma all'esito di una complessa indagine condotta dal giudice di merito con riferimento al caso singolo, che tenga in debito conto innanzitutto degli indici suddetti. In questa direzione si è orientata anche negli ultimi anni la giurisprudenza di questa Corte, i cui più recenti arresti hanno segnalato, con particolare riguardo al demanio stradale, la necessità che la configurabilità della possibilità in concreto della .custodia debba essere indagata non soltanto con riguardo all'estensione della strada, ma anche alle sue caratteristiche, alla posizione, alle dotazioni, ai sistemi di assistenza che lo connotano, agli strumenti che il progresso tecnologico appresta, in quanto tali caratteristiche acquistano rilievo condizionante anche delle aspettative degli utenti, rilevando ancora, quanto alle strade comunali, come figura sintomatica della possibilità- del loro effettivo controllo, la circostanza che le stesse si trovino all'interno della perimetrazione del centro abitato (v. Cass. n. 3651/2006; n. 15384/2006).

Questo procedimento di verifica in merito all'esistenza del potere di controllo e vigilanza di cui si discute, come è stato dimostrato correttamente dalla ricorrente mediante trascrizione nel ricorso di significativi passaggi della decisione di primo grado (v. pag. 6 del ricorso), è stato puntualmente eseguito dal Tribunale di Ravenna, e con esito assolutamente affermativo, mentre è stato totalmente omesso dalla Corte di merito, che si è trincerata dietro l'inapplicabilità in via di principio dell'art. 2051 c.c. alla manutenzione delle strade da parte della P.A.

Ne consegue che, non risultando essere stata oggetto di appello da parte del Comune di Ravenna la questione relativa al potere di controllo, debba ritenersi che tale accertamento di fatto, come premessa indefettibile e fondamento logico-giuridico della pronuncia sulla domanda di responsabilità fatta valere dalla rincorrente, abbia ormai acquistato efficacia di giudicato interno, del quale occorre tener conto nel prosieguo della causa ai fini della decisione nel merito.

La sentenza impugnata va, dunque, cassata, con rinvio della causa ad altra sezione della Corte di Appello di Bologna, che dovrà attenersi ai principi di diritto, come sopra enunciati, e decidere anche in ordine alle spese del presente giudizio di cassazione.

PQM

La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese del giudizio di cassazione, ad altra sezione della Corte di Appello di Bologna.
 
ARTICOLO DEL GAZZETTINO DI PADOVA DEL 1 DICEMBRE 2007
Flavio Zanonato querelato per lesioni colpose da un ottantenne caduto in bicicletta sulla corsia del metrobus 
Rotaia-killer, sindaco innocente 
Il giudice esclude responsabilità penali per il primo cittadino, ma lascia aperta la via del ristoro civile
 
Si sa che la responsabilità penale è personale, e in quanto tale per essere ravvisata è necessaria una condotta dolosa o colposa. Detto questo, al sindaco Flavio Zanonato non possono essere contestati – a titolo di lesioni colpose – i dolorosi effetti riportati dai cittadini capitombolati in bicicletta o in scooter sulle rotaie del metrobus. Innanzitutto perchè il settore dei lavori pubblici e della mobilità è delegato ad un competente assessorato e ai suoi dirigenti: e la delega, si sa, trasferisce anche gli obblighi amministrativi. In secondo luogo perchè al sindaco non può essere penalmente imputata nè negligenza, nè imprudenza, nè violazione di legge per il dissesto della sede stradale durante i lavori di realizzazione della corsia preferenziale del nuovo mezzo di trasporto urbano progettato dalla Translohr. A sostenerlo è il giudice delle indagini preliminari Rita Bortolotti nel provvedimento di archiviazione del procedimento avviato a carico del primo cittadino in seguito alla querela sporta da un anziano ciclista rovinato a terra in via Guido Reni.
L'episodio risale alla metà di giugno dell'anno scorso. Silvano G., ottantunenne, alle otto e mezzo del mattino, in sella alla sua bici, procedendo a passo d'uomo, si era spostato al centro della carreggiata per imboccare via Cardinal Callegari. A causa del fondo sconnesso la ruota anteriore aveva perso aderenza e l'anziano era volato sull'asfalto procurandosi lesioni al volto e la distorsione del rachide cervicale. Era stato soccorso da un'ambulanza e portato all'ospedale. Nessuno aveva rilevato l'incidente e nessun testimone era stato rintracciato. Una paio di giorni dopo il figlio, tornato sul luogo della caduta, aveva constatato e documentato fotograficamente una lastra con cerniera per la rotaia del tram, "colpevole" dello scivolone.
Nell'ordinanza il giudice evidenzia come le sconnessioni del manto stradale in concomitanza con i lavori del metrobus, soprattutto nella prima fase sperimentale, imponessero ai ciclisti "maggiore prudenza" per evitarle. L'amministrazione comunale non è rimasta con le mani in mano, di fronte al reiterarsi delle cadute, tant'è che nelle riviere è stata modificata la pavimentazione e la circolazione alle biciclette è stata interdetta.
Tuttavia il giudice ha lasciato aperta una porta. Ammesso che l'ostacolo, per una serie di concause, come il passaggio di veicoli, non fosse stato evitabile, il capitombolo rientrerebbe nel caso scolastico di "responsabilità da accadimento", che, essendo il Comune proprietario della strada, legittima l'azione risarcitoria contro la pubblica amministrazione.
G.Colt.

Rassegna stampa dopo la Conferenza sul TRAM

Di seguito alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale che fanno riferimento alla conferenza sulla Metro Leggera (Tram leggero) di venerdì scorso, tenutosi nella sala conferenze del Gabbiano ed organizzato dallo staff di www.q4q5.it, l'ass. Quartieri connessi, e dai portali piazzadelpopolo.net e malamministrazione.it .

Colgliamo l'occasione per ringraziare la stampa per aver dato il giusto risalto a questo evento.

Ci auguriamo adesso, che gli stessi giornalisti  ed i loro capi redattori, ai quali è stato fornito qualche elemento in più, continueranno a tenere sotto controllo la situazione e non si lasceranno sfuggire l'opportunità di evidenziare eventuali risvolti che quest'opera da 140 milioni di Euro (seconda in termini di investimenti solo alla Bonifica Pontina) comporterà per l'intera città di Latina e per la vicina Latina Scalo.

Infine un ringraziamento a tutto il comitato promotore, formatosi appositamente per organizzare l'evento e ai relatori , l'ing. Massimo de Simone per realzione Tecnica e alla dr.ssa Daniela Moscarino (ex pres. della circoscrizione Latina Cetro), per la relazione Economico-Finanziaria.

Ferdinando Cedrone (dir. www.q4q5.it)

Salvatore Antoci (pres. ass. Quartieri Connessi)

A Padova il Translohr deraglia ancora

Caro Freddy,
ti comunico che il Translohr aapena partito dal capolinea della stazione F.S. di Padova ha avuto un ….coccolone
Nuovo deragliamento del Metrotram Translohr a Padova in piazzale della Stazione per maggiori info http://www.ilpadova.it  a pagina 21 dopo le ore 14 .00 sul sito del gazzettino www.gazzettino.it cronaca di Padova …….INCREDIBILE TRANSLOHR……… in citta' c'era per l' occasione del potenziamento della linea a 8 convogli con tempi di attesa di 8 minuti una delegazione cinese con il vice sindaco di Shangai citta' che " desidera " avere il Translohr con linee da 400 KM  auguri ai cinesi a Tianjin ha avuto un leggero svio sempre in Cina sul sito www.rotaiakiller.splinder.com le foto
Ciao Freddy ci vediamo a Latina a sabato 10 novembre
P.S. dai pure la notizia sul sito oggi cerchero' di telefonarti perche' mi spieghi come fare  a postare i commenti
Gino De Pauli

Extracomunitari 25% di incidenti in più

Latina,  10 Ottobre 2007 Da fonti Asaps apprendiamo:  

Giunge un segnale di allarme da non sottovalutare: si fa sempre più preoccupante l’indice di sinistrosità stradale che vede protagonisti – come vittime o come responsabili – cittadini stranieri extracomunitari, neocomunitari e non.
Secondo l’osservatorio attivato da Asaps/il Centauro, dagli studi eseguiti sul fenomeno emerge un sempre più puntuale coinvolgimento di stranieri soprattutto, negli incidenti gravi e in particolare quelli mortali.
Secondo la nostra valutazione nei primi sette mesi del 2007, in alcune settimane monitorate a campione, gli stranieri coinvolti in incidenti gravi o mortali sfiorano il 20-25% del dato complessivo, con punte di maggior intensità in alcune regioni del nord ad alta densità di cittadini stranieri come il Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Preoccupa il fatto che, di fronte al descritto tasso di coinvolgimento la popolazione straniera residente, fra regolari e non, dovrebbe raggiungere una percentuale del 10% circa.
Questo significherebbe che gli stranieri coinvolti nell’incidentalità delle strade e autostrade italiane sono in proporzione almeno il doppio rispetto alla popolazione italiana. Nei mesi estivi si deve ovviamente tenere conto anche dei flussi di turisti che arrivano nel nostro Paese in auto e moto.
Tra le cause principali l’abuso di alcol, ma anche la violazione sistematica delle norme di comportamento e la guida di veicoli (anche industriali), spesso in cattivo stato di manutenzione o non revisionati. Alcuni recenti tragici episodi hanno visto protagonisti extracomunitari o rom che ubriachi hanno travolto pedoni, ciclisti o ciclomotoristi causando la morte di diverse persone.
Appaiono anche di scarso valore dissuasivo le pene riconducibili alle più gravi violazioni del nostro Codice della Strada. La sinistrosità grave vede però i cittadini stranieri extracomunitari e neocomunitari (romeni in particolare) vittime della sempre maggior violenza stradale, in qualità di pedoni e di ciclisti travolti in zone periferiche e ad alta densità industriale. Questo perché molte di queste persone si trovano in un contesto di traffico completamente diverso da quello dei propri paesi d’origine. Disorientati dalla necessità di rispettare regole che non conoscono e che nessuno spiega loro, si trovano a soccombere, subendo in maniera ancora più vistosa l’atteggiamento irrispettoso dei conducenti italiani verso anziani, pedoni e ciclisti. Si può dire che oggi esista un altro tipo di utenza debole della strada: quella degli stranieri. Si dovrebbe attivare una ricerca tesa a stabilire esattamente la portata del fenomeno sulla base dei rilievi di sinistri delle varie forze di polizia e anche una banca dati di tutti i protagonisti (italiani e stranieri) risultati positivi ai controlli con l’etilometro e alle sostanze. E’ altresì auspicabile una più puntuale informazione delle regole vigenti, anche nella lingua delle etnie più numerose sul nostro territorio.

 

Il Vice Presidente Nazionale

  Giovanni Delle Cave

La storia si ripete ….

Zaccheo 15° sindaco più amato d\'Italia.

Direbbe Totò: \"ma mi faccia il piacere. Se ne vada!\"

Idea.
Vendiamolo a qualche Comune col sindaco un pò più \"sfigato\". Con tutta la giunta, le AcquaLatina, le LatinaAmbiente, i \"Grandi Eventi\", Barbareschi, la Marina che non c\'è, il filobus-metropolitana, ……
[img]http://www.q4q5.it/uploads/1191150378.jpg[/img]

La Ricerca Imbavagliata

Ciao a tutti, Vorrei parlarvi di un argomento che Beppe Grillo porta avanti già da un pò, ma che forse non tutti sanno. E' un argomento che non riguarda la nostra città, ma che vale la pena di conoscere, perchè rigurda la nostra salute e le nostre abitudini di ogni giorno, e credo che ognuno di noi dovrebbe conoscerlo per poi regolarsi come meglio crede. Sintetizzare tutta la vicenda è molto difficile, per cui mi risulta più facile fare un bel copia/incolla dei vari post dal Blog di Beppe Grillo.

Avevo pensato di darvi solamente i link, ma le pagine sono parecchio pesanti, e non tutti riuscirebbero a visualizzarle correttamente. Metto cmq anche i link, così lo staff potrà cmq decidere se lasciare tutto o mettere solo i link.

Buona Lettura a tutti, Stefano

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO 7/12/05

http://www.beppegrillo.it/2005/12/ferramenta_ambu.html

E’ in arrivo l’uomo bionico. I metalli che ingeriamo ci stanno trasformando in ferramenta ambulanti. L’elenco che segue riporta alcuni metalli contenuti in prodotti che mangiamo tutti i giorni, metalli come Titanio, Cobalto, Argento. Basta saperlo. Come per le sigarette è sufficiente aggiungere un’etichetta con su scritto: “Attenzione, vetro all’interno”, oppure “Piombo, Bismuto e Solfato di Bario possono produrre effetti collaterali”. http://www.nanodiagnostics.it/CiboPulito.aspx I metalli elencati sono tutti sotto forma di particelle nano e micro-metriche (nano = dal miliardesimo al decimilionesimo di metro, micro = dal milionesimo al centomillesimo di metro). Nessuno degli inquinanti particolati di cui sopra è biodegradabile e, dunque, resta dov'è per sempre. E dov'è è un tessuto umano. Chiedo a queste aziende, se vogliono, di dare una spiegazione. Io la pubblicherò sul blog. 9/12/2005 Per cercare di chiarire alcuni dubbi posti dai vostri commenti, pubblico una integrazione al post. Alcuni dei metalli elencati come inquinanti fanno parte di quelli che si chiamano OLIGOELEMENTI e, in quell’ottica, sono essenziali per la vita. Per esempio, il Ferro è un componente dell’emoglobina e, se non ci fosse, i nostri tessuti non potrebbero essere ossigenati; il Rame è fondamentale per la formazione dell’emoglobina, il Cobalto è presente nella composizione della Vitamina B12, e così via. Attenzione, però a non cadere nell’equivoco. Ciò di cui stiamo parlando non sono ioni (atomi) che entrano nella composizione di sostanze naturali e che, non raramente, sono indispensabili per la nutrizione; ciò di cui parliamo sono particelle, minuscoli sassolini, che vengono involontariamente immessi come inquinanti nei cibi. Le fonti di questi materiali estranei sono tantissime. Tra i tanti esempi che si possono fare, c’è quello del Ferro-Cromo-Nichel nei cibi. I sistemi di macinazione sono spesso costituiti da acciaio (Ferro-Cromo-Nichel, appunto) e questo materiale si usura, perdendo scorie che entrano nel macinato. Queste scorie sono proprio le particelle che non dovrebbero esserci e che, una volta ingerite, entrano nel circolo sanguigno per essere rapidamente sequestrate da vari organi (reni, fegato, ecc.), dove restano in eterno perché non sono biodegradabili. Il problema è che sono dei corpi estranei e l’organismo li vede come tali, facendo partire una reazione infiammatoria (granulomatosi) che si cronicizza e può diventare cancro o restare, comunque, un’infiammazione che è pur sempre una malattia. Dunque, un conto è mangiare una bistecca che contiene Ferro organico perché presente naturalmente nel sangue dell’animale del cui muscolo ci stiamo nutrendo e un conto è mangiarsi delle palline piccole piccole di Ferro. Da notare che più queste particelle sono minuscole, più sono aggressive, potendo addirittura penetrare all’interno dei nuclei delle cellule quando la loro dimensione è al di sotto di una certa soglia. Tra i metalli elencati, comunque, ce ne sono diversi che non entrano in nessuna combinazione biologica utile (Titanio, Bario, ecc.) e sono chimicamente tossici. Naturalmente le aziende sono tutte perfettamente a posto dal punto di vista legale, non esistendo alcuna legge che imponga non solo l’eliminazione, ma anche solo la ricerca o l’elencazione in etichetta di quelle sostanze. Che la scienza viaggi con un passo diverso rispetto alla legge è un fatto noto di cui non c’è da stupirsi. Così come non c’è da stupirsi (anche se può fare leggermente schifo) che le industrie non abbiano alcuna voglia di scoperchiare loro stesse il calderone. Fin che va… 21/12/2005 http://www.beppegrillo.it/2005/12/sassi_a_colazio.html L’Unione Nazionale dei consumatori ha pubblicato un articolo che ridicolizza il mio post “Ferramenta ambulanti” che riportava l’elenco di prodotti alimentari contenenti metalli vari. Ho inviato questa lettera all’associazione: “Cari amici, mi riferisco al vostro articolo:”La paura del nulla” nel quale volete rassicurare che le cose dette su Internet riguardo a metalli contenuti nei prodotti di marca sono stupide e allarmistiche. Trovo il vostro comportamento riprovevole perchè si deve sempre citare la fonte. Bene la fonte è stata il mio blog con il post del 7 dicembre intitolato: “Ferramenta ambulanti” con una spiegazione ulteriore in coda all’articolo. Vi comunico che la fonte delle mie informazioni proviene dall’istituto di ricerca più apprezzato del mondo sulla ricerca delle nanopatologie i cui direttori sono a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento. Per collegarvi con loro, che per ora vogliono rimanere anonimi, mettetevi in contatto con me. Meno male che siete dalla parte dei consumatori…” 13/03/2006 http://www.beppegrillo.it/2006/03/la_ricerca_imba.html Hanno dato troppo fastidio e li hanno puniti. Scoperchiare certi pentoloni in cui bollono inceneritori, acciaierie e centrali elettriche ad olio pesante, e fare ombra a tromboni e pseudoscienziati sono attività che non attirano simpatie. E allora, non potendoli attaccare scientificamente, si è pensato di togliere lo strumento con cui Antonietta Gatti e Stefano Montanari provocano grossi fastidi. Si tratta di un microscopio elettronico a scansione ambientale del costo di circa 350.000 euro con il quale i due hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere, e con questo il perché delle malattie che colpiscono i reduci dalle guerre del Golfo e dei Balcani, come funziona la truffa scientifica che sta dietro gli inceneritori, che cosa viene scaricato nell’ambiente dai tre milioni di tonnellate di oli pesanti bruciati ogni anno da una centrale elettrica e un sacco di altre cosette che hanno aperto una strada del tutto nuova nel campo della medicina. Via il microscopio e noi, che non ci possiamo permettere di perdere Antonietta e Stefano, gli daremo un altro microscopio. In fretta e più potente del primo. Da oggi parte una sottoscrizione per l’acquisto da parte della Associazione Carlo Bortolani Onlus.

Io ho già dato il buon esempio devolvendo l’incasso della serata di Modena del 28 febbraio, i ragazzi dei Meetup si stanno attivando e tutti potrete rinunciare ad una pizza per non trovarvi la prossima piena d’inquinanti.

7/3/2007.

Obiettivo raggiunto! Il microscopio elettronico è stato acquistato! Siete MERAVIGLIOSI!!! GRAZIE!

LE AMNESIE DI ZACCHEO

Settembre è il mese per il rilancio delle attività imprenditoriali, professionali, commerciali, scolastiche, politiche. E’ il mese dove si pianifica il fine anno, ma anche quello che verrà.Di norma lo fanno tutti: imprenditori e professionisti, commercianti, professori e studenti.Anche i politici pianificano il loro lavoro, qualcuno come il sindaco Zaccheo pianifica l’impossibile o quanto meno l’improbabile. Parla di grandi opere: il porto, la metropolitana, il nuovo ospedale, il nuovo carcere. Ne parla da tempo e di concreto non si vede nulla. Tanto per rimanere in mare, naviga a vista. Continua a non ricordare quello che affermò cinque anni fa. Azzero tutto e rivedo il progetto Terme, compresa la società Terme di Fogliano. Risultato? Tutto come cinque anni fa. Per non parlare del debito con Condotte e relativo decreto ingiuntivo scomparso. Una farsa. Ma il sindaco non ricorda neppure cosa disse per l’Intermodale. Rivedo tutto. Il centro logistico continua ad accumulare perdite. Per ultimo parla di nuovi finanziamenti del Ministero del Tesoro per l’immobile ICOS, dove dovrebbe andare la Guardia di Finanza. Pare che di questi finanziamenti ne sia a conoscenza solo lui. Di reale c’è solo il mutuo che il comune di Latina continua a pagare per l’acquisto all’asta fallimentare. Ma è bene ricordare che il sindaco ha sostenuto a suo tempo di non sapere nulla dell’aumento illegittimo delle tariffe delle bollette di Latina Ambiente. Anche qui come per le terme super commissione di esperti, altri soldi dei cittadini contribuenti. Con quale risultato? Ancora non se ne sa nulla. Il sindaco non ricorda bene neppure l’intero iter dell’affare Orsal. Risultato? Il comune, ovvero i cittadini contribuenti, ci hanno rimesso diversi centinaia di migliaia di euro. La ex SVAR? Ricorda Zaccheo di aver affermato diversi mesi fa che era tutto pronto per l’inizio dei lavori, perlomeno quelli di bonifica del territorio? Tutto fermo, continua il degrado in piena città. La metropolitana? Per il sindaco doveva essere già partita. Qualcosa il sindaco lo ha però pianificato. Ha preso in affitto due piani del rifatto (dall’architetto transalpino Wilmotte) palazzo Pegasol. Ricorda di aver detto di volerlo acquistare? Perché allora non acquistarlo subito? Ma le amnesie maggiori (non tutte però) del sindaco sono quelle sull’urbanistica. Sulla materia si cimenta da tempo, cambiando in corsa la sua opinione sulla necessità di un nuovo PRG. Oggi predilige il vecchio piano Piccinato e i piani particolareggiati. Sarà ricordato (malamente) come il sindaco che ha autorizzato più metri cubi di cemento nella storia della città. Zaccheo continua a dire che ama Latina, incurante di come la stia modificando e come si stiano stravolgendo i borghi. Le cronache recenti raccontano che tra spartizioni di deleghe e assessorati nuovi da assegnare, la fretta del sindaco è quella di tornare a “trattare” di urbanistica. Che sia la marina e i terreni vicino a Satricum i prossimi argomenti all’ordine del giorno? Il sindaco ha sufficiente memoria per ricordare il problema dei depuratori ? Il sindaco si rende conto che c’è il rischio che molti cittadini potrebbero non avere l’abitabilità degli immobili acquistati? Ricorda quando fu il paladino di una personale battaglia contro “i cavalieri dell’apocalisse” perché non si costruisse il grattacielo nel centro direzionale, oggi in costruzione? Ed infine, in merito ai costi della politica, ricorda (se lo ha letto) quello che il suo presidente nazionale ha detto al Corriere della Sera. Testualmente Fini afferma: ”occorre essere coerenti e consequenziali. Per esempio, se noi facciamo una battaglia contro gli sprechi e le caste a livello nazionale, poi non ci può essere a livello locale la richiesta di aumentare dei consiglieri comunali o dei politici nelle municipalizzate”. Ricorderà Zaccheo le indicazioni del suo presidente e sponsor? Una cosa però il sindaco la deve assolutamente ricordare per tutta la durata del suo mandato. Poco più della maggioranza (in ogni caso sempre maggioranza) di questa città non ha creduto alle sue amnesie e per questo lo ha mandato al ballottaggio. 

Nando Cappelletti  LATINA SOCIALE

Riflessioni sull’11 settembre…..

il mondo colonial si  sente ancora spiritual…in margine al dibattito sul soft power e il contrasto al jihadismo                                                                                                                                          Alessandro Ceci  Arzigogolando su posizioni teoriche e colori dalle diverse tinte, le interpretazioni su quanto avvenuto in questi anni si perdono sul doppio binario del power (hard and soft) e sul jihadismo di maniera. Sono interpretazioni banali che finiscono tutte nel doppio cieco della geopolitica; in quella visione meticolosa di persone e personaggi, di fatti e  misfatti  che oscura i processi. E così appaiono sul proscenio di televisioni, convegni, talk-shows e giornali, le chiacchiere di chi  si diletta con sottili ed inutili, se non addirittura pericolosi, distinguo sui terrorismi.Si potranno affrontare 2 questioni, al di là del “cra cra delle ranelle”? La prima è semplice. Il terrorismo è sempre lo stesso, ha sempre la stessa struttura o, per usare un linguaggio più appropriato, ha sempre le stesse strutture conservative. Possiamo sostenere che il terrorismo religioso islamico ha scatenato una conflittualità ad alta intensità, confronto alla guerriglia urbana delle formazioni metropolitane. Ma concentrarsi sulla lingua araba, sulla mentalità degli arabi e persino sul Corano può essere fuorviante rispetto ad una violenza politica che invece mostra, sempre, caratteristiche molto simili. Si apprende l’islamismo fino in fondo, ma si ignora il terrorismo. In questo è il doppio cieco: ciascuno ignora l’essenza dell’altro. Si cerca una ragione terroristica nella tradizione antica della religione islamica e si dimentica totalmente che il terrorismo è un fenomeno della modernità. La stessa rete del terrore di Al Qaeda è una acquisizione occidentale che Bin Laden ha introdotto nel sistema conflittuale arabo. A rigore, come in ogni approccio messianico fondamentalista, la violenza svolgeva la funzione di purificazione salvifica e quella di esempio educativo. Meno era una strategia di potere, di controllo, influenza e gestione  del potere  come è per i terroristi. Certo il passaggio dall’uno all’altra è istintivo e quasi immediato. Tuttavia ciò non può nascondere il fatto che il terrorismo è un effetto diretto della nostra modernità che utilizza una ideologia comunque palingenetica per la propria legittimazione. Allora, piuttosto che concentrarsi sulle diversità, sui particolarismi e, addirittura,  sulle minuzie meticolose, cioè sulle strutture dissipative di questo fenomeno, sarebbe molto meglio definire i caratteri di similarità tra gruppi e organizzazioni. I terroristi sono sempre fondamentalisti. Che lo siano dell’islamismo, del cattolicesimo o del marxismo, non è che cambi molto. Cercano sempre di giustificare con una interpretazione ortodossa la loro azione politica di terrore. Che sia islamica o comunista fa poca differenza. Perché, più di tutto, il terrorismo è sempre e principalmente un fenomeno politico: organizzazioni politiche di soggetti politici. E come tutti i movimenti politici mira sempre al potere, acquisizione o influenza, comunque gestione del potere. Tutto queste  voci che spiegano gli accenti diversi  e i toni di mezza scira del Corano, fanno soltanto confusione e ci costringono a riflettere sul niente. Se invece ci si concentra sul fenomeno per come si è mostrato sempre nella storia, si riesce a comprendere quanto distante sia l’azione politica di Al Qaeda dalla sua dichiarazione religiosa. Non fosse altro che il terrorismo è un fenomeno della modernità occidentale, nato con la rivoluzione francese, proclamato nel celeberrimo discorso sul Terrore e la Ragione di Robespierre e poi istituzionalizzato nell’altrettanto celeberrimo governo del terrore Bianco. Questo però ha ben poco a che fare con la religione premoderna dell’islamismo fondamentalista. Concentrarsi sulla violenza sociale e far di questa una manifestazione del terrorismo è senza senso. Il terrorismo è un fenomeno politico che compie azioni politiche sulla base di una strategia politica.  La seconda questione è più delicata. Ci vuole più coraggio ad affermarla. Domando: da quando c’è il terrorismo globale di Al Qaeda quante guerre tra Stati si sono verificate? Subito dopo la caduta del muro di Berlino avevamo paura di tornare indietro, come dice Umberto Eco, ad una storia fatta di conflitti medievali tra micro Stati per la propria affermazione e per la propria proclamazione. E invece, con l’avvento del terrorismo di Al Qaeda, questo processo si è improvvisamente arrestato. Come mai? Che cosa è successo?  Nemmeno la percezione catastrofista di un barbarico terrorismo fondamentalista espanso a vista d’occhio in quelle terre d’Asia e di  Africa, si sta verificando. Né mi sembra avvenga la guerra tra moltitudini arabe, cinesi, indiane, indistintamente africane. Perché? Non è forse probabile che tutti questi studiosi del valore dei termini piuttosto che dei processi abbiano semplicemente sbagliato? Non sarà che, come dice una bella canzone di Paolo Conte, “il mondo colonial si  sente ancora spiritual” e queste analisi delle parole, da Jihad a Islam e cento altri consimili a prescindere dal loro esatto significato, copre una malcelata presunzione di maniera? Avanzo una ipotesi.La democrazia è sempre stato un sistema inclusivo. Da quando è avvenuta la democrazia nel sistema occidentale, il nemico esterno è stato sostituito dal nemico interno, lo scontro tra Stati si è trasformato in conflitto di classe. I conflitti inclusi nel sistema democratico sono sempre stati di due tipi: quelli legittimati dal meccanismo elettorale, quelli delegittimati perché estranei al sistema politico istituzionale. Partiti organizzati e organizzazioni terroristiche. Ma nessuno dei due è mai stato un conflitto esterno. Anche nel primo processo di democratizzazione occidentale  operai e capitalisti vivevano ciascuno nella propria “comunità” ; ognuno poteva riferirsi ad una propria “comune volontà di valori”. Anche allora erano due mondi che si consideravano rispettivamente “evidenti”  in quanto nemici. La loro scala dei valori, la loro cultura, non trovava punti di coagulo. Anche allora  il conflitto e la contrapposizione tra capitalisti e proletari alimentava “ciascuno la vitalità dell’altro”. Anche nella prima democratizzazione liberale assistiamo ad un conflitto violento che quasi prelude uno SCISMA SOCIALE, “cioè la frattura orizzontale e verticale fra coloro che si identificano ancora con l’antico regime … e coloro che hanno esplicitamente voltato le spalle alla tavola dei valori vigente”. Ma la democrazia include i conflitti, propone alla società lo scopo, in assoluto, di realizzare un’integrazione progressiva dei suoi soggetti. E questa inclusione è avvenuta con il passaggio dalla lotta soffocata e nascosta alla protesta violenta e reclamata, dal mondo chiuso dell’operaio illegittimo al mondo aperto della lotta di classe, da nemico potenziale della società a suo avversario istituzionale. Nella democratizzazione liberale il sindacalismo ha determinato il passaggio degli individui da “spostati” e “indotti” a “uomini di risentimento”. “Così gli esclusi, – scrive Pellicani – grazie alle loro lotte spesso sanguinose, sempre terribilmente costose, fecero il loro ingresso nella Città con le loro specifiche istituzioni di lotta – il sindacato ; il partito ; lo sciopero – e con essi i TRIBUNI DELLA PLEBE, interpreti permanenti dei loro conculcati diritti ed i loro interessi disconosciuti.”. La mia ipotesi è che stia avvenendo la stessa cosa, non più nella democrazia capitalistica, ma nella democrazia della comunicazione. Siamo di nuovo di fronte ad un conflitto tra “dislocati” e “integrati”. Siamo di nuovo di fronte alla eliminazione del confine e del nemico esterno. Siamo sempre dentro lo stesso violento processo di democratizzazione che riduce i conflitti tra Stati. Soltanto che, mentre nella società industriale questo processo si è verificato all’interno dello spazio autoregolato del mercato, nella società della comunicazione avviene in una dimensione globale. Quale è il sistema politico che ha interiorizzato il conflitto e che ha gradualmente eliminato la guerra tra Stati? La democrazia. La democrazia ha interiorizzato il conflitto nelle due forme storiche in cui il conflitto si è mostrato: quello legittimato dal sistema elettorale e quello delegittimato del sabotaggio e del terrorismo.  Il welfare state è stata l’espressione più evidente del processo di legittimazione del conflitto sociale, sia di quello inclusivo della classe operaio, sia di quello esclusivo delle avanguardie rivoluzionarie permanenti.  Io credo che, dopo la caduta del muro di Berlino stia avvenendo nel mondo semplicemente la stessa cosa. Siamo nel pieno del processo di democratizzazione planetaria, nella fase più violenta e dura, quando masse di esclusi vengono inclusi, sradicati e indotti ai processi di legittimazione della democrazia. Soltanto che, nelle nazioni del moderno occidente il processo di eliminazione dei confini esterni e quindi di annullamento dello Stato nemico per la generazione del nemico di classe avveniva all’interno della società capitalistica. Oggi avviene all’interno della società della comunicazione. Prima si affermava una democrazia liberale della forma. Oggi si conferma una democrazia della azione comunicativa. Allora lo scontro era per l’acquisizione dei mezzi di produzione. Oggi lo scontro è per il proscenio, per il tubo catodico, per il filmato ossessivo. Le stragi, le manifestazioni, le insurrezioni  che ci vengono mostrate in tempo reale dai media, appaiono mille volte più eloquenti dei discorsi di tanti islamisti alla ribalta negli ultimi tempi. In questo modo la lotta, che era una volta lotta di classe ed ora è una classe di lotta, con i suoi vinti ed i suoi vincitori, non è più una cultura altra. Le immagini del terrore includono il conflitto. La morte, per quanto dolorosa, una volta rappresentata diventa interna al sistema. Se non può essere tollerata viene almeno percepita e, quando viene comparata la morte che noi produciamo, viene compresa e rifiutata. In ogni caso diventa una cultura del sistema, di un sistema molto più ampio: del sistema mondo. I paradigmi alternativi compaiono in programmi televisivi e vengono in qualche modo riformulati. La mia ipotesi dunque è che il terrorismo moderno non sia null’altro che l’effetto storico del processo di democratizzazione emergente. Ed è un terrorismo ologrammatico perché è il prodotto della società della comunicazione e del suo nuovo regime: la democrazia della comunicazione. Ancora una volta siamo di fronte alla esigenza di raccogliere la solitudine e l’insicurezza degli sradicati. Ancora una volta una situazione rivendicativa, addirittura una accusa infamante contro il colonialismo occidentale, può diventare una protesta politica con un proprio significato ed una propria giustificazione. Ora come allora, in questo passaggio dalla sofferenza alla sfida, i nemici si riconoscono ed implicitamente si legittimano. Solo che mentre prima la legittimazione poteva essere il prodotto della concorrenza elettorale, nella democrazia della comunicazione non c’è  legittimazione senza integrazione. Così come la lotta di classe ha introdotto il proletariato nella città, permettendo la proclamazione delle proprie teorie giustificatorie ed il reclutamento dei consensi, oggi la politica della integrazione – e non quella del contrasto – determina il definitivo processo di pacificazione nella democrazia della comunicazione. E se prima ingresso non significava necessariamente integrazione, oggi l’integrazione è il solo ingresso. Perché prima la società era governata da una forma politica; una delle 3 forme aristoteliche (tirannide, oligarchia, democrazia). Hannah Arendt ci ha insegnato invece che i sistemi sociali moderni si governano con una azione politica, che può essere totalitaria o democratica, o entrambe contemporaneamente. Se prima bastava riformulare il contratto sociale, oggi ogni azione è una riformulazione dell’equilibrio sistemico. Se prima si riducevano i conflitti con una mediazione tra soggetti protagonisti, oggi occorre una etica della responsabilità collettiva. L’unica cosa che non possiamo permetterci è, come fece il primo capitalismo, raccogliere la sfida e cercare politiche di contrasto. Nella comunicazione è l’azione di integrazione  che ufficializza e quindi implicitamente  riconosce un ruolo oppositivo all’altro. Non entrerò nel dettaglio esplicativo di questa ipotesi, riservandomi altri, più articolati, elaborati. Qui intendo soltanto segnalare una possibilità interpretativa: che il terrorismo globale di Al Qaeda non sia altro che un effetto tradizionale dei conflitti delegittimati della democrazia, in questo caso della democrazia della comunicazione che con un ampio processo di globalizzazione sta eliminando i suoi confini e quindi i suoi nemici esterni e li sta trasformando in oppositori interni. Null’altro che un doloroso processo di pacificazione globale. D’altronde, anche in termini quantitativi, i morti prodotti dal terrorismo sono molti di meno di quelli prodotti dalle guerre tra Stati medievali armati da tecnologie industriali. Se fanno più male i martiri del terrore piuttosto che i martorizzati dalle guerre è semplicemente perché il terrorismo è una azione politica interna, inghiottita voracemente dalle fameliche telecamere della globalizzazione. La guerra era esterna ed estranea alla tv generalista, al limite circoscritta in una riserva indiana di reportage intellettuali. Bin Laden occupa le prime pagine dei telegiornali perché vive con noi, tra noi, all’interno dei nostri incubi mediatici quotidiani, al fianco di genitori e figli assassini nella provincia italiana. Un protagonismo che cerca legittimazione da coloro che proclamano di voler contrastare quel protagonismo con il loro protagonismo. D’altronde, tutti coloro che cercano politiche di contrasto, producono politiche di contrasto alle politiche di contrasto.

Ma sono soltanto parole, più pesanti di pietra che, nell’ozio post pranzo di molti costosi convegni, occultano la responsabilità intellettuale e politica dei partecipanti. Sono parole pesanti perchè sono parole di pietra, scagliate contro l’altro con l’indifferenza dell’incoscienza.

Non c’è niente da fare:  Sento tante volontà di contrasto. Vedo tante buone volontà in discussione, tanti convenuti a discutere sofisticate strategie per il contrasto che reclamano, dall’altra parte, il contrasto alle strategie di contrasto in una rincorsa infinita verso la catastrofe. Non c’è niente da fare: il mondo colonial si  sente ancora spiritual”.Forse dovremmo semplicemente sostituire il termine contrasto con quello di integrazioneForse basterebbe soltanto un Welfare di nuovo tipo.Ma questa è una terza questione. Ed è la più difficile.