Autore: Salvatore Antoci

Una città normale

Chi in questi giorni arriva nei nostri quartieri dal sottopasso del Q5 e sa tenere lo sguargo dritto, resistendo alla tentazione di guardarsi troppo intorno o di soffermarsi indagare su alcune inquietanti sciatterie appena poste in opera, potrebbe avere la sensazione momentanea di essere capitato in una città normale.

Ovviamente sto parlando della recente sistemazione del verde intorno al sottopasso e del completamento della rotonda che si trova all'uscita del sottopasso stesso.

Già provenendo dal Morbella si nota che nell'aiola spartitraffico da sempre abbandonata e invasa dalle erbacce sono stati piantiti alcuni alberi di alto fusto ed è stato seminato il prato.

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Proseguendo verso il sottopasso, si possono notare vaste aree verdi con alcuni alberi d'alto fusto appena messi a dimora. Ecco a sinistra del sottopasso…

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…e a destra.

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Anche dall'altro lato, cioè guardando dal Q5, la situazione è simile: Alberi d'alto fusto e prato verde. Ecco a sinistra del sottopasso…

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…e a destra.

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E infine, ecco la rotonda, con relativo giardino zen e scultura:

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Bene, cari amici, godiamoci l'illusione di vivere in un a città normale e resistiamo, per una volta, alla tentazione di guardare meglio o di chiederci quanto durerà.

Salvatore

 

Nell’Aula Verde… a lezione di inciviltà!

La nostra inciviltà davvero non conosce limiti. L'aula verde è sata completata da circa 1 anno (UN ANNO!!!) e già i vandali la stanno demolendo. A parte le panchine che sono drate poche settimane, subito rubate da qualche furbo che ne aveva bisogno nel suo giardino, a parte le catenelle di rame per lo scolo dell'acqua rubate lo stesso giorno dell'installazione, reinstallate dopo un paio di giorni e subito rubate nuovamente (e qui verrebbe da chiedersi chi è il genio che ha pensato alle catenelle di rame invece che alle normali catene di ferro come quelle del chiosco!) a parte gli eleganti ciotoli bianchi (marmo di carrara) sistemate sui drenaggi subito rubate e/o sparse in tutti i quartieri, a parte gli sgorbi disegnati con le bombolette spray, a parte il faretto rotto che nessuno ripara…. a parte tutto questo, ieri ho scoperto una cosa ben più grave, che comprometterà a breve la struttura e la durata dell'aula verde.

Ai due estremi delle aflde del tetto erano state collocate due grondaie (in rame suppongo). Le grondaie erano state fissate alla struttura lignea con degli appositi sostegni metallici. La copertura impermeabile del tetto (tipo guaina bituminosa) debordava dentro la grondaia, salvando la struttura lignea da ogni possibile infiltrazione.

Senonchè i soliti vandali (o zingari alla ricerca di rame??) hanno strappato via le grondaie, e con esse la guaina bituminosa. In tal modo la struttura lignea rimane esposta agli agenti atmosferici (in particolare la pioggia) ed è facile ipotizzare che presto marcirà.

 

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Ecco la struttura lignea esposta alle intemperie.

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Come si può vedere, insieme alla grondaia è stata strappata via la guaina bituminosa.

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Ecco, a terra, i resti della guaina bituminosa.

Mi chiedo:

1) I Vigili (e non solo i Vigili) dove sono?

2) chi ha pensato di mettere quella inutile ringhiera lignea (inutile e dannoso istacolo che non serve a niente) alla giusta distanza per accedere al tetto dell'Aula Verde?

3) potremo sperare in una riparazione, o dobbiamo rassegnarci a vedr crollare il tutto tra pochi anni?

Salvatore Antoci  

Rotonda Via del Lido

Vorrei segnalare la rotonda tra Via del Lido e Via Scarlatti come esempio di opera pubblica ben progettata, eseguita in tempi ragionevolmente corti e, sopratutto, completamente finita. Abituati agli strascichi che durtano anni, questa rotonda completata in meno di un mese ha del miracoloso!

Salvatore

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Sicurezza: non interessa a nessuno!

A quasi un mese dalla segnalazione, http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=1833 , la situazione dei fili è esattamente la stessa. Bisogna concludere che al Comune non sono interessati alla sicurezza dei cittadini, e che l'importante routine quotidiana (caffè? sudoku?…) abbia assoluta e inderogabile priorità su due stupidi fili scoperti al Q4.

Salvatore

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Rotonda

L'incrocio tra Via Scarlatti (q5) e Via del Lido avrà una rotonda.
I lavori sono ancora in corso, ma già stamani erano visibili i contorni esterni della nuova rotonda.
Salvatore

Burocrazia

Immaginate che vostro figlio ha compiuto 14 anni nel maggio del 2007 e ha appena finito di frequentare le medie. La sua scuola ha organizzato il corso per il patentino, l’attestato richiesto dalla legge per poter guidare il motorino. Bene, voi l’avete iscritto al corso e vostro figlio lo ha frequentato dal 26 febbraio al 23 aprile.
Poi, finalmente, verso fine giugno, la scuola gli ha rilasciato l’attestato di partecipazione al corso e di idoneità a sostenere l’esame. Il documento è datato 4 giugno; voi non vi chiedete neanche perché sono trascorsi circa due mesi dalla fine corso alla consegna dell’attestato: siete troppo abituati alla burocrazia asfissiante.
Il 2 luglio vi recate alla Motorizzazione di Latina per chiedere informazioni. Dopo qualche peripezia vi indirizzano dall’impiegata giusta, la Signora Zappalà, il cui ufficio è al piano di sopra. Entrate in un atrio dove c’è scritto “vietato l’ingresso”, salite le scale, percorrete un tortuoso corridoio chiedendo di tanto in tanto informazioni e finalmente, dietro una porta non contrassegnata, trovate la Signora Zappalà. La signora vi da l’elenco dei documenti necessari (figura 1) il modulo per la domanda, tre bollettini di CC/P pre-intestati (figura 2) e vi dice di tornare appena avrete completato il tutto cosicché potrà prenotare il vostro ragazzo per l’esame dell’11 settembre. Certo la data è di quelle ad effetto! Solo che l’11 settembre è tra 2 mesi e 9 giorni e voi speravate che vostro figlio potesse andare al mare in motorino durante l’estate!

Tornate a casa, leggete l’elenco e i dubbi cominciano ad assalirvi: serve il documento di identità del ragazzo, e voi non lo avete. Correte in Comune, arrivate pochi minuti prima della chiusura, fate fare al vostro ragazzo le foto-tessera nella macchinetta davanti all’anagrafe (€ 3,00) e vi precipitate dentro giusto in tempo per sentirvi dire che l’età minima per la carta di identità è 15 anni. L’ufficio sta per chiudere e non avete tempo e modo di indagare oltre, anche perché vi viene in mente quello che avete letto prima: il vostro medico può certificare l’identità apponendo la foto nell’apposito modulo. Il pomeriggio caricate il vostro ragazzo in macchina, passate da un tabaccaio, comprate una marca da bollo di € 14,62 e proseguite dal vostro medico che vi rilascia il certificato medico (figura 3) senza foto: lui di foto nel certificato non ne ha mai sentito parlare! Intanto vi ha scroccato € 10,00 + marca da € 14,62 = € 24,62.
Allora scavate nella vostra memoria e vi ricordate di quella foto autenticata in bollo che eravate costretti a portare dietro quando avete per la prima volta inforcato il motorino: ecco, questa deve essere la soluzione.
Così il giorno dopo prendete mezza giornata di permesso e tornate al Comune dove vi rilasciano la foto autenticata. (ma non ricordate più il costo: saranno stati circa 3 euro!)

A questo punto vi sedete al tavolo della cucina e cominciate a compilare i bollettini. Avete un piccolo travaso di bile quando vi accorgete che dovete fare tre versamenti, uno di €15,00 e due di € 14,62 a favore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Due versamenti sono addirittura sullo stesso numero di conto. Ma non sarebbe più logico fare un unico versamento e risparmiare 2 euro di tassa postale? Ma non finisce qui! Nel bollettino invece dello spazio per la “causale” (come specificata nelle istruzioni della signora Zappalà) c’è un campo a tre caratteri per il “codice causale”. Leggete e rileggete le istruzioni ma di codici nemmeno l’ombra. Con la bile che continua a travasare, dopo un paio di giorni tornate dalla signora Zappalà la quale vi dice di lasciare i codici in bianco. Non ve lo poteva dire subito o non lo poteva scrivere nelle istruzioni la buona donna?

Così andate alla posta e fate i tre versamenti (14,62 + 14,62 + 15,00 + 3,00 tasse postali = 47,24)
Poi tornate dalla santa donna la quale vi annuncia trionfalmente che il vostro ragazzo ha un appuntamento per giorno 11 settembre alle ore 1400.

Il vostro ragazzo trascorre l’estate senza motorino e arriva l’11 settembre. Lo caricate in macchina e arrivate alla Motorizzazione verso le 13:30. Il cancello è chiuso, ma già in strada, sotto il sole cocente si è formato un gruppetto di gente. Si chiacchiera, ci si chiede a che ora apriranno. Qualcuno attacca coi soliti racconti dell’orrore… quando il cugino fece l’esame, iniziò con due ore di ritardo… quando ci fu lo sciopero… quando bocciarono tutti….

Qualcuno nota che il cancello in fondo alla strada è semiaperto, così la folla si sposta nel cortile interno, dove c’è persino un po’ d’ombra. Alle 14:00 non succede niente. Alle 14:05 comincia a serpeggiare un certo nervosismo. Alle 14:10 si diffonde la notizia che forse apriranno tra mezz’ora. Alle 14:15 si diffonde il panico: l’esame è annullato. Alle 14:20 si apre una porticina e i ragazzi vengono fatti entrare. Dopo circa due ore vostro figlio esce sorridente, col patentino in mano.

Resoconto:
Durata del corso: 2 mesi
Attesa per avere l’attestato: 2 mesi
Attesa per poter fare l’esame: 2 mesi
Attesa totale: 6 mesi
Soldi spesi: € 122,10
Uffici visitati: Scuola, Ufficio Postale, Tabaccaio, Medico, Comune (2 volte), Motorizzazione (4 volte)
Benzina sprecata e tempo perso: troppo

Ora chiudete gli occhi e sognate; immaginate di andare indietro nel tempo fino al mazzo 1987, e immaginate di esser in un Paese Civile e di dover prendere la patente. In un giorno lavorativo qualsiasi, senza appuntamento, andate all’ufficio preposto (che per semplicità chiamiamo DPS) .
Entrate dentro e venite accolti da impiegati sorridenti, quasi servizievoli. Vi sentite subito a disagio, voi infatti non siete abituati a impiegati capaci di sorridere.

Il “vostro” impiegato intanto vi sta accompagnando davanti ad un rudimentale computer e vi sta spiegando come fare il test teorico. Dopo circa 15 minuti avete finito il test e lo avete pure passato. Arriva subito un esaminatore (anche questo sorridente, ma ormai vi state abituando) che vi porta fuori, vi fa montare in macchina (lato guidatore). Fate un giretto e riuscite a convincerlo che siete padroni del mezzo. Allora tornate dentro, dal primo impiegato, il quale riempie un modulo, vi fa una foto polaroid, vi chiede di guardare dentro una macchinetta e di dirgli quello che vedete. Poi vi chiede di indossare una cuffia e vi chiede se sentite qualcosa, alla fine vi fa firmare un modulo e vi chiede l’equivalete di €15,00. Dopo circa un’ora uscite dal DPS con la vostra patente nuova di zecca.

Resoconto:
Attesa: 0
Soldi spesi: €15,00
Uffici visitati: DPS
Benzina sprecata e tempo perso: minimo indispensabile

Ecco l’importanza del confronto. Chi non conosce altra realtà se non quella Italiana potrebbe pensare (in buona fede) che è normale aspettare 6 mesi per un patentino, dover fare una decina di viaggi in vari uffici e spendere 122 euro (senza stare a monetizzare il tempo perso, la benzina bruciata, l’effetto serra e il buco dell’ozono….)
Certo, forse ci sarà sempre qualcuno che si ribellerà a questo confronto. Dirà che è falso, dirà che equivale a confrontare banane con pecore , patente con patentino, ma io ho voluto farlo lo stesso. è ora di ribellarsi a questa burocrazia inutile, anzi dannosa, che sta uccidendo il paese. È ora di ribellarsi alla logica delle complicazioni burocratiche inventate per creare “posti di lavoro”.
Posto che è stato deciso che il patentino debba costare 122 euro, qualcuno mi può spiegare perché non posso dare questi 122 euro alla Signora Zappalà, invece di dover fare 3 bollettino di ccp alle poste e compprare marche da bollo dal tabaccaio. Mi spiegate a che serve tutto questo?

Salvatore

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Myanmar (ex Birmania)

Indossiamo qualcosa di rosso in segno di solidarieta coi dimostranti. Il governo militare sta ancora una volta soffocando nel sangue la pacifica protesta dei monaci e della popolazione.
Salvatore
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Q4 nel Guinness Dei Primati

Presto il Q4 potrebbe entrare di diritto nel guinnes dei primati. Il caso è allo studio della speciale commissione che sta vagliando attentamente il fenomeno su scala planetaria, ma indiscrezioni di corridoio indicherebbero che il Q4 non ha concorrenti. Di che si tratta? si tratta del tasso di mortalità record degli alberi impiantati a Largo Cimarosa (la piazzetta antistante il Parco Cottignoli-Petrucci, e la scuola Vaterna).
Ebbene, la scorsa primavera il Comune ha messo a dimora 8 magnifici esemplari di quercia; a distanza di pochi mesi solo un esemplare è ancora vivo, mentre gli altri 7 sono passati a miglior vita. Certo sarebbe auspicabile che anche quell'unico sfacciato superstite morisse, ma con l'attuale percentuale dell'87,5% di alberi morti il quartiere Q4 di Latina non dovrebbe avere alcun problema ad entrare di diritto nel libro dei primati.
Di seguito le foto dei 7 alberi morti e quella dell'unico, inspiegabile superstite. 7morti.jpg1vivo.jpg

Buon anno scolastico

Data:10/09/2007
Scuole, il saluto del Sindaco Zaccheo


Ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli alunni delle scuole elementari e medie, al personale della scuola


Desidero essere idealmente al Vostro fianco, come sempre, al momento del suono della prima campanella del nuovo anno scolastico.

Questo è sempre un momento emozionante, soprattutto per Voi, bambini della prima elementare.

Da oggi diventate “grandi”, compiendo un passo in avanti importante sul cammino della Vostra crescita e della vostra formazione culturale e sociale.

La scuola è una grande palestra di vita, una fonte di informazione e formazione per  le coscienze, un’opportunità di apprendimento ed affermazione di valori che costituiscono per tutta la nostra vita riferimenti comportamentali importanti.

E’ per questo che considero strategico, delicatissimo e fondamentale il ruolo dei Vostri bravi insegnanti, maestre e maestri, chiamati oltre il normale percorso didattico a radicare in Voi tutti quelle idealità profonde (cultura, integrazione, solidarietà) che sono da sempre la base della solida piattaforma sociale di valori su cui si fonda la storia della nostra città e che rappresenta la culla della civiltà europea.

Ed allora: a Voi  che vi affacciate per la prima volta nel mondo della scuola, ma a tutti, alunni e studenti di Latina, giunga il saluto sincero e fraterno del Vostro Sindaco e dell’Amministrazione Comunale di Latina.

L’invito che vi rivolgo è quello di sempre: studiate con diligenza, seguite con attenzione e rispetto gli insegnamenti dei vostri maestri e professori, imparando ad apprezzare l’ammirevole, delicato, fondamentale impegno che mettono in campo nella formazione di intere generazioni di giovani e guardate al Vostro compagno di banco come ad un amico con il quale condividere un percorso importante della Vostra vita.

Non dimenticate mai che solidarietà, accoglienza, amicizia, rispetto per la vita umana, abbattimento di ogni barriera ideologica e culturale, sono un impegno forte che mai deve venir meno se vogliamo garantire successo al progetto  di costruire un futuro migliore.

Un obiettivo ambizioso ed irrinunciabile che è in mano a Voi, perché Voi, solo Voi, sarete protagonisti del mondo di domani.

L’Amministrazione Comunale di Latina Vi sarà come sempre vicina.

E personalmente consideratemi sempre al Vostro fianco.

So che non mancheranno occasioni, nel corso dell’anno scolastico, di incontrarci e confrontarci, ma colgo l’occasione per riconfermare la disponibilità piena ad ascoltare ogni Vostra esigenza e a venire incontro alle Vostre richieste ed esigenze.

Buon anno scolastico a tutti

 On.le Vincenzo Zaccheo

Agorafobia

 L’agorafobia (dal greco agorà, cioè piazza e fobia) è la paura degli spazi aperti. La sindrome, speculare della più nota claustrofobia, colpisce le vittime con sensazione di disorientamento, attacchi di panico e, nei casi gravi, scatena automaticamente una serie di pensieri negativi collegati con disturbi interni gravi sentiti come assolutamente reali e riguardanti l'infarto, il collasso, la pazzia e perfino la morte. Questa patologia, di per sé grave per gli individui che ne sono affetti, diventa devastante se a soffrirne sono un’intera categoria di persone, un gruppo omogeneo di uomini e donne che, per dovere d’ufficio, dovrebbero trascorrere la maggior parte del loro tempo proprio all’aperto. Questa pandemia, depriva i pazienti di importanti funzionalità vitali e può essere estremamente invalidante. Paradossalmente i peggiori effetti invalidanti non li esercita su questo “gruppo di malati” (i quali sembrano essersi adattati discretamente bene a questo loro handicap, anzi pare che molti hanno trovato delle ottime formule di compensazione, hanno sviluppato particolari doti alternative e stanno sempre rintanati in luogo chiuso. Quelle rare volte che sono costretti all’aperto si chiudono in uno speciale bozzolo invisibile che li protegge dalle insidie del mondo esterno e li aliena da tutto quello che li circonda) ma per il resto della popolazione, cioè per le persone sane.  Vi starete chiedendo chi è questo particolarissimo gruppo di persone affetto in massa dall’agorafobia: ebbene, non ci crederete, sono i Vigili Urbani di Latina. Per dovere istituzionale i Vigili dovrebbero stare in strada a far rispettare la legge. Invece, a causa di questa inspiegabile patologia, i Vigili latinensi sono costretti nel chiuso della loro caserma tanto che è quasi impossibile vederne uno all’aperto. Quelle rarissime volte che si vedono in strada, i nostri Vigili sono “prigionieri” dello speciale bozzolo protettivo, tanto che non vedono quasi nulla di quello che avviene intorno a loro. Un’auto passa col rosso sotto i loro occhi? Loro non la vedono! Un motociclista sorpassa a destra? Loro non lo vedono! Un vandalo sta spaccando una panchina? Loro non lo vedono! Un incivile non raccoglie la cacca del cane o butta la spazzatura per strada? Loro non lo vedono! Centinaia di candidati alle comunali imbrattano l’intera città coi loro manifesti illegali? Loro non vedono!! Questa stranissima sindrome sta creando problemi non indifferenti ai cittadini di Latina: La città, infatti, abbandonata a se stessa, è caduta preda di ogni sorta di incivili e di criminali che, mancando completamente ogni forma di controllo, sono liberi di scorazzare a loro piacimento. Le strade sono ormai delle pericolosissime arene dove si rischia la vita. I vandali stanno finendo di imbrattare e distruggere ogni opera pubblica e privata, mentre non rispettare il codice della strada è diventato una questione di puntiglio per intere generazioni di automobilisti. Le infrazioni che danno maggiormente prestigio al trasgressore (nella speciale e perversa scala di valori moderna) sono: 1) guidare ad una velocità pazzesca e rischiare di travolgere i pedoni; 2) passare col rosso; 3) guidare a cavallo di due corsie; 3) parcheggiare in modo da occupare almeno due stalli (meglio se in doppia fila o sulle strisce pedonali)…. Chiudono la graduatoria: 25) non fermarsi allo stop; 26) non dare la precedenza ai pedoni sulle strisce; e altre infrazioni minori ormai interiorizzate da tutti. Come è possibile che un intero gruppo di persone possa soffrire gli stessi sintomi? Francamente nessuno scienziato ha ancora studiato seriamente il fenomeno, quindi siamo nel campo delle supposizioni. La cosa strana di questa sindrome è che colpisce indistintamente giovani e anziani, uomini e donne. Chissà, forse la causa è da ricercare in qualche strano virus che si è annidato nel tessuto usato per confezionare le uniformi dei Vigili!? Abbiamo appreso, infatti, da fonti attendibili che i Vigili, appena tolgono la divisa guariscono istantaneamente e possono trascorrere all’aperto tutto il tempo che vogliono.

Da semplice disperato cittadino penso che sarebbe il caso di indagare e studiare a fondo il fenomeno! Anche perché stiamo pagando a vuoto centinaia di migliaia di euro di stipendi, senza avere in normale ritorno di sicurezza che sarebbe lecito aspettarsi.

Salvatore

PS: spero che la mia ironia non sia scaduta troppo nel sarcasmo. Il mio scritto vuole essere uno stimolo per il Corpo dei Vigili Urbani e non vuole avere alcun fine denigratorio.