Autore: Salvatore Antoci

In Italia la Polizia da che parte sta?

Questo dubbio mi tormenta da molto tempo, ma faccio molta fatica a trovare una risposta sensata. Il dubbio è un tarlo velenoso che corrode la mia la mia fiducia verso le Istituzioni di quello Stato che pure ho servito per molti anni in uniforme e che mi sforzo di continuare a servire da privato cittadino. Istituzioni che, lo ricordo, dovrebbero essere al servizio dei cittadini e invece a volte… ti viene il dubbio, eccome se ti viene!

Andiamo con ordine e lasciate che vi racconti uno strano e personalissimo epilogo alla vicenda della donna travolta sulle strisce pedonali il 28 maggio scorso (http://www.q4q5.it/modules/news/article.php?storyid=2695 ).

Mentre aspettavamo l’arrivo dell’ambulanza e delle Forze dell’Ordine, un’automobilista che transitava in direzione opposta ha chiesto cosa fosse successo ad uno dei volenterosi cittadini che si stavano prodigando per gestire il traffico.

– Un’anziana signora è stata travolta sulle strisce! – rispose il volenteroso cittadino, conscio dell’autorità de facto che in quel momento impersonava.  Al che l’automobilista borbottò qualcosa tipo:

– Sì, ancora credete a queste cose, è tutta una finta per prendere i soldi dell’assicurazione! – poi aprì il gas e si allontanò sgommando.  Il pover’uomo non ci credeva; c’era una anziana sanguinante e in stato di shock distesa sull’asfalto con una frattura esposta al femore sinistro e il saccente di turno sparava sentenze!

 

Tornato a casa ho raccontato l’accaduto a mia moglie (che è straniera, per chi non lo sapesse), compreso la chicca del sapientone  spara-sentenze.

– Deve essere stato un poliziotto! – mi ha interrotto mia moglie.

– Come sarebbe a dire “Deve essere stato un poliziotto”? – ho replicato, certo che non avesse capito la dinamica dei fatti. Così ho riassunto i punti salienti.

– Ho capito… deve essere stato un poliziotto! – ha ribadito mia moglie – Qui la polizia è dalla parte dei criminali.

Un pugno allo stomaco mi avrebbe fatto meno male.

– Come sarebbe a dire che la polizia è dalla parte dei criminali? – ho chiesto con un misto di indignazione, curiosità e orgoglio nazionale ferito.

– Sì, qui la polizia non è dalla parte delle persone oneste. – ha insistito mia moglie e ha cominciato  a sgranellare una serie di esempi concreti e di paragoni pertinenti. Il mio orgoglio nazionale era sempre più martoriato, anche perché gli esempi di mia moglie erano incontestabili. Mi contorcevo cercando una via d’uscita dignitosa ma non ne trovavo alcuna.

– La polizia italiana è come quella dei paesi arabi. – ha rincarato la dose –  Lì, se tu vai a denunciare un torto subito, biasimano te! “Se tu non fossi stato in quel posto in quel momento, il fatto che denunci non sarebbe successo. Quindi è colpa tua”. Ecco qui è la stessa cosa: se l’anziana donna non fosse uscita di casa non sarebbe stata travolta: quindi è colpa sua.

Da giovane mia moglie ha vissuto per qualche tempo in Arabia Saudita a seguito del padre, ingegnere della Exxon, quindi si è fatta una certa idea di quel posto.

 

Ero indignato e non avevo argomenti per controbattere, così sono uscito rimuginando. Ho persino avuto vari flash back:

 

  1. Due impostori entrano in casa dei miei genitori, li ipnotizzano o li stordiscono con qualche gas e si fanno consegnare i soldi (per fortuna in casa ci sono solo poco più di 150.000 lire;  mio padre è talmente infervorato che vorrebbe girargli un assegno o andare in banca a fare un grosso prelievo!). Quando si svegliano, mio padre va dai Carabinieri… per sentirsi deridere e biasimare con frasi del tipo “Possibile che nel 2000 c’è ancora gente così ingenua? Ma perchè li avete fatti entrare? Etc. etc”.
  2. Ad un’amica di mia moglie (straniera pure lei)  rubano, da dentro il carrello di Bricofer del Piccarello, la borsa con soldi, documenti e carte di credito. L’esperienza con la polizia è ancora più frustrante del furto in sé: siccome non ha visto il ladro, il poliziotto si rifiuta di raccogliere la denuncia di furto ma accetta solo quella di smarrimento. Intanto che discutiamo col cocciuto agente l’amica  derubata riceve una telefonata dal suo direttore di banca (in Arkansas) che la avvisa che qualcuno sta allegramente spendendo un sacco di soldi con le sue carte di credito. Ciò nonostante l’Agente continua a negare che si è trattato di furto, permettendosi pure di fare un predicozzo sulla necessità di custodire attentamente le proprie cose etc etc. tanto che riduce alle lacrime la povera vittima.

 

  1. Sulla metropolitana di Roma a mio suocero rubano il portafogli. La Polizia Ferroviaria in un primo momento si rifiuta di accettare la denuncia perché mio suocero non ha i documenti (che gli hanno appena rubato). Poi interviene un supervisore che, bontà sua, consente l’autocertificazione. Solito predicozzo che sembra voler dire: “Te la sei voluta! Che ci facevi col portafogli sulla metropolitana?”

Ci sono altri flash back che vi risparmio, ci sono altri giornate in cui rimugino… senza addivenire ad alcunché. Poi domenica scorsa, 8 giugno, ho letto un articoletto a pag. 41 del Messaggero (Cronaca di Roma) http://carta.ilmessaggero.it/sfoglia_giornale.php?data=20080608&pag=40&dorso=CITTA&sez=CRONACA&ediz=20_CITTA: un pensionato portatore di handicap, Ottorino Calcagni, prigioniero in casa a causa delle auto che ostruiscono gli scivoli sotto casa sua, cerca giustizia chiamando i Vigili Urbani. Questi, infastiditi dalle tante chiamate, lo “denunciano” ai prepotenti che parcheggiano illegalmente davanti agli scivoli. E i prepotenti si  “vendicano” tagliando, per ben tre volte, le gomme della panda dell’anziano handicappato. Incredibile: uno chiama la Polizia per avere giustizia, per poter uscire di casa, e cosa ottiene? Viene “venduto” all’antistato proprio da chi, sotto la divisa dello Stato, nasconde la sua vera natura mafiosa e la sua predilezione per l’illegalità. Povera Italia!

Forse ha ragione mia moglie… ma ancora non riesco a dirglielo.

Salvatore Antoci   

Crisi industriale, il sindaco scrive al Ministro Scaiola

Data:11/06/2008
Crisi industriale, il sindaco scrive al Ministro Scaiola
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Il sindaco Zaccheo ha inviato questa mattina al Ministro delle Attività Produttive On.le Claudio Scaiola una richiesta di incontro per approfondire il tema della crisi economico/occupazionale che da mesi sta investendo la provincia di Latina. Nella nota il primo cittadino si dice preoccupato per una crisi industriale che "purtroppo non risparmia i suoi settori storicamente trainanti come l’agricoltura, il lattiero-caseario, il chimico-farmaceutico". Quest’ultimo in particolare, scrive il sindaco, vive da qualche mese una pesante crisi che pur inglobandosi in una negativa e generale congiuntura internazionale, è strettamente connessa a fattori contingenti. Fra questi, la scadenza dei brevetti che impone alle grandi multinazionali l’esigenza di ristudiare i network produttivi in conseguenza dell’obiettivo sovraccarico di potenzialità rispetto alle richieste di mercato. Ovvie le conseguenze sull’occupazione, con risvolti che preoccupano particolarmente in un territorio, come quello pontino, da anni attraversato da una grave crisi industriale che ha già determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro" Il sindaco ricorda che "il polo farmaceutico della provincia di Latina – il secondo a livello nazionale – contribuisce al 30% del PIL locale: ciò che ne ben fa comprendere l’importanza nell’ambito della nostra economia" ed aggiunge che "il capoluogo pontino è sede di una importante facoltà di Medicina; che significativi progetti di ricerca ed approfondimento si svolgono nelle aziende pontine anche in funzione di quella presenza universitaria e che non a caso nella nostra città è stato siglato nei mesi scorsi un accordo fra la Fondazione Roma e la "Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" per l’istituzione a Latina di un Centro ricerche biotecnologie medico-farmaceutiche orientato prevalentemente verso il settore dell’oncologia cellulare e molecolare e quello della medicina rigenerativa". Tutto questo per dire che il comparto di cui si tratta assume un ruolo strategico nell’ambito della economia pontina e che i segnali allarmanti che promanano dai siti chimico-farmaceutici della provincia, impongono l’esigenza di porre in essere iniziative capaci di difendere tali presenze sul territorio, attraverso forme di sostegno, normative ed economiche, che possano scoraggiare tentazioni di delocalizzazione e/o ridimensionamento certamente destinate a ripercuotersi sul futuro di tante famiglie. Penso ad accordi di settore e comunque ad incentivi peraltro indispensabili in una realtà che, chiuso il ciclo della Cassa per il Mezzogiorno – conclude il primo cittadino – non ha più goduto di alcun beneficio soccombendo alle esigenze della globalizzazione e della crescente competitività di altre aree europee". Di qui la richiesta di un incontro per affrontare la problematica nel suo complesso ed individuare ogni iniziativa capace di evitare l’aggravarsi della crisi in atto.
 

Bidella… con la B maiuscola

Siamo abituati ai dipendenti pubblici fannulloni; un esercito la cui parola d’ordine è “non è compito mio, non spetta a me farlo”.

E pur di mantenere fede a questo loro credo si appellano alla legge sulla privacy, alla legge sulla trasparenza, alla legge sull’antinfortunistica, al contratto nazionale di lavoro, alle sentenze del T.A.R. e a quelle della Corte di Cassazione… a tutto, pur di NON FARE. E dove falliscono le leggi e i regolamenti, ecco che arrivano in soccorso il mal di schiena, il nervo sciatico, la faringite, lo strappo muscolare, l’acrocianosi, la tendinite etc. etc., tutto allo scopo di riaffermare quello che viene ormai percepito come un diritto inalienabile: “non è compito mio, non spetta a me farlo”.

In questo contesto desolante fa piacere vedere una piccola luce in fondo al tunnel. Oggi alla Don Milani una Bidella (non so come si chiamano le bidelle in questa strana epoca in cui hanno cambiato il nome a tutti, persino ai ciechi, per cui continuerò a chiamarla Bidella, con la “b” maiuscola, sperando che non si offenda) una Bidella, dicevo,  ha “attaccato” una ignobile catasta di rifiuti che da anni faceva brutta mostra di se proprio davanti all’ingresso principale e ha ridato decoro alla scuola. Per anni ogni pianta morta o morente e ogni vaso rotto veniva accatastato in un orrendo mucchio su cui prosperavano le erbacce e si accumulava ogni sorta di pattume. La Bidella, ha ripulito il tutto, ha recuperato alcuni vasi, ha salvato alcune piante e ha arredato con grazia  l’ingresso della scuola.

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Grazie, Signora Bidella 

Salvatore Antoci

Numeri Estratti – Vola in alto Civiltà

Ecco i 10 numeri estratti della manifestazione:

VOLA IN ALTO CIVILTA' del 24 Maggio s.v.

ATTENZIONE:

I vincitori potranno ritirare i premi, a partire da giovedì, mattina nel punto vendita dei supermercati SISACASSANDRA IN Q5.

Lo staff.

p.s. I numeri estratti verranno affissi anche nelle rispettive bacheche dei supermercati sisacassandra di q4 e q5 e negli Istituti, L. Da Vinci, Don Milani e Gianni Rodari.

Donna travolta sulle striscie

Verso le 09:50 su Viale G. P. da Palestrina, davanti la chiesa di San Luca una anziana signora, mentre attraversava sulle strisce pedonali, è stata travolta e gravemente ferita da un'Opel Corsa blu.

La Signora era in comprensibile stato confusionale, con versamento ematico da varie parti del corpo e una profonda ferita alla gamba sinistra. L'ambulanza è arrivata dopo circa 10 minuti.

Il traffico è stato "gestito" da volenterosi cittadini, mentre la risposta alle varie chiamate (112 e 113) alle 10:15 non avevano ancora prodotto alcun esito! Verso le 10:05 è arrivata una macchina dei Vigili Urbani di passaggio.

Salvatore

A volte funziona

Oggi verso le 11:30, dopo aver parcheggiato la macchina davanti casa, ho visto due grosse pozze di sangue sull'asfalto, proprio in mezzo alla strada. Ho subito pensato ad una tragedia poi, scartata a a forza l'ipotesi più funesta, la mente è andata alla mia cagnetta che ogni tanto sgattaiola fuori dal cancello. Mi sono precipitato dentro e l'ho trovata, scodinzolante, dietro la porta.

Allora sono tornato fuori insieme a mia moglie per cercare di capire cosa era successo. Dietro ad una macchina parcheggiata abbiamo trovato la vittima: un gatto pezzato che avevo visto varie volte aggirarsi nei dintorni. Povera bestia! E povero proprietario, se ne aveva uno.

Adeso però che fare con questo gatto? Tra qualche ora avrebbe cominciato a puzzare e nei prossimi giorni sarebbestato un vero disastro. Impossibile rimanere con questa carcassa davanti casa!

Ero già pronto ad una soluzione casareccia, tipo sacco di plastica e guanti, per raccogliere la carcassa e conferirla al cassonetto della spazzatura, quando mia moglie, con la sua solita ingenuità mi ha chiesto: ma non c'è un servizio apposito di rimozione animali morti?

Mi è venuto da ridere… o da piangere, ma per non contrariare mia moglie le ho detto che mi sarei informato.

Così verso mezzogiorno ho chiamato lo sportello del cittadino che mi ha suggerito di chiamare la ASL oppure la Polizia Municipale.

Ho chiamato la ASL (0773 6551). La gentile operatrice mi ha connesso col servizio veterinario. Il non proprio gentile interlocutore mi ha informasto che il corretto numero da chiamare era lo 0773 630087.

Ho chiamato questo numero e il veterinario che ha risposto (gentile questo) mi ha ascoltato, ha detto che la procedura giusta sarebbe stata quella di chiamare i Vigili, i quali poi avrebebro chiamato lui, però intanto si è preso i dati e mi ha pregato di completare il loop chiamando i vigili.

Così ho chiamato i Vigili e ho dato le informazioni ad una agente un poì perplessa.

Dopo circa un'ora mi ha chiamato una signora della ASL chiedendo altre informazioni e se il gato fosse ancora lì.

Poco dopo sono venuti e hanno rimosso il gatto.

Salvatore

Tram: fermo al capolinea

Il tram è ancora agli ultimi posti dell'ordine del giorno. Comincia ad essere evidente la volontà di non parlarne!

Data:07/05/2008
Mercoledì 14 maggio, consiglio comunale


Il Consiglio comunale è convocato per mercoledì 14 maggio 2008 ore 14,00. Questo l’ordine del giorno dei lavori:
 – Richiesta convocazione urgente di Consiglio Comunale da parte dei Consiglieri del PD avente ad oggetto: "Acqualatina spa"
 – Richiesta convocazione Consiglio Comunale da parte di diversi Consiglieri Comunali avente ad oggetto: "elezione dei componenti dell’assemblea dei soci della Fondazione Teatro"
 – Mozione presentata dal Consigliere Mauro Anzalone avente ad oggetto: "raccolta differenziata"
 – Mozione presentata dal Consigliere Paolo Spolon avente ad oggetto: "società Terme di Fogliano spa"
 – O.d.g. presentato da diversi Consiglieri Comunali avente ad oggetto: "metrotranvia leggera di superficie di Latina"
 – O.d.g. presentato da diversi Consiglieri Comunali avente ad oggetto: "possibilità che sull’area del Comani e sulle relative fasce territoriali di protezione possa darsi seguito alla conversione a scalo aeroportuale a destinazione civile e commerciale"
 – O.d.g. presentato da diversi Consiglieri Comunali avente ad oggetto: "utilizzo Benefit provenienti da Ecoambiente ed Indeco"

riflessioni sul vandalismo a Latina

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Pubblico la mail inviata da Bruno. Salvatore 

Cronaca spicciola, atti gratuiti di devastazione, marcatura del territorio, azioni prive di senso…

possiamo chiamarle in mille modi le quotidiane azioni che, sotto i nostri increduli occhi, continuano a verificarsi.
Non vorrei apparire come una voce fuori dal coro, ma gli autori di tali scempi "non hanno nessuna colpa!".
L'esasperazione e la totale assenza di un servizio di vigilanza pubblica ci porta a cercare drastiche soluzioni
come "ronde cittadine" "castrazioni chimiche" ecc… ma quasi sempre facciamo fatica nel fare una razionale analisi sui fenomeni sopra citati.
Anch'io come Salvatore (a cui va tutta la nostra solidarietà e comprensione, vedi notizia www.q4q5.it), girando quasi sempre per la nostra città in bicicletta, mi trovo in situazioni spesso paradossali, dove la maleducazione, mista ad un elevato senso di inciviltà e al mancato rispetto del bene comune, produce degli effetti devastanti di fronte ai quali ti cascano le braccia per terra.
Tornando ai "poveri" ragazzi autori e "vittime" delle loro azioni, sottolineo la loro totale innocenza riguardo alle loro "colorite" espressioni e "focosi" comportamenti.
"Se una pianta produce frutti di pessima qualità, la colpa non può essere certo dei frutti, ma dell'agricoltore che non ne ha avuto cura"
Questi ragazzi sono "frutto" della nostra società, delle nostre famiglie di genitori che, come l'agricoltore, non ne ha avuto cura nelle fasi più importanti e delicate della loro crescita.
Questi ragazzi, spesso "mostri sacri" di stupidità ed ignoranza, sono stati partoriti e lasciati crescere da soli, senza una vera guida, diversa da quella a forma di tubo catodico che ha diffuso un modello di "homo stupidus", in cui si giustifica tutto se può servire per arrivare al successo o alla notorietà (vedi Reality Show).
Quindi, non è solo un problema sociale. E' soprattutto un problema culturale ed antropologico, dove migliaia di "virus" attaccano il "sistema centrale" della fragile mente dei nostri ragazzi a cui non è stato insegnato a gestire le proprie emozioni ed a sviluppare la capacità di inserirsi in un contesto sociale mettendo in luce i propri pregi e le proprie virtù. Ci troviamo invece davanti a delle "deboli" e "fragili" creature, che usano sistemi barbari ed animaleschi per potersi sentire accettati dal "gruppo".
Fortunatamente esistono anche i "frutti buoni" e posso assicurare di conoscerne tanti; ragazzi impegnati nel volontariato, nell'associazionismo.
Ragazzi che credono in quello che fanno, a cui sono stati tramandati dei valori, degli ideali.
Ragazzi abituati a rispettare e ad amare i propri genitori, perché "quei" genitori hanno capito che se vuoi raccogliere "frutti buoni" devi lavorare seriamente ed essere il primo esempio di dignità e coerenza.
Per combattere il degrado sociale non è necessario l'esercito o le bombe. 
Servono PROGETTI di rieducazione, coinvolgendo i "ragazzi sperduti" in prima persona, dimostrando loro che una "redenzione" è possibile e che i veri interpreti della crescita della città sono loro.
Se non vogliamo correre il rischio di vedere in futuro uno di questi "bulletti" seduto su una sedia del nostro consiglio comunale, abbiamo l'obbligo morale di intervenire subito e sviluppare nel tessuto sociale una serie di interventi capaci di far capire ai "nostri" figli l'importanza dell'amor proprio e quello del Bene Comune.
Concludo ricordando alcune cose che ho visto fare ad adulti:
– Parcheggiare l'auto sui marciapiedi e davanti agli scivoli ed ai posti riservati ai disabili.
– Andare a 120 all'ora su strade urbane.
– Buttare il sacchetto di Mc Donald dal finestrino dell'auto.
– Gettare il sacchetto dell'immondizia dalla finestra.
– Gettare la sigaretta "accesa" sulla sabbia!
– Non rispettare le file agli sportelli.
– Fermarsi a parlare al cellulare col motore acceso più di 10 minuti.
– Gridare al proprio figlio che giocava una partita di calcio "Spezzagli le gambe!"
ecc… ecc…
Perché dunque continuiamo a meravigliarci del comportamento dei nostri ragazzi?
Un abbraccio
Bruno

Passeggiata serale

Oggi dopo cena io e mia figlia (6 anni) decidiamo di fare una passeggiata. Così, mano nella mano, usciamo di casa verso le 22:00 e ci avviamo senza meta. Dopo un po’ sentiamo un forte e sgradevole vociare; esclamazioni volgari si accavallano, il volume dell’uno che cerca di sovrastare quello degli altri.

Mi sveglio dal sogno; il momento magico con la mia bimba cessa di colpo! Dove siamo? Mi guardo intorno: siamo nei pressi del parco giochi Cottignoli-Petrucci. Il parco è completamente buio, ma dentro si vede del movimento. Varie ombre si muovono sopra i giochi mentre un’ombra è appollaiata sulla recinzione. Oltre alle urla e alle volgarità ci giungono i suoni inequivocabili dei giochi trattati con la  ruvidezza di chi vuole rompere e danneggiare. Ci avviciniamo ma sono preoccupato per mia figlia. Penso ad un gruppo di balordi che hanno scavalcato al recinzione… tiro fuori il telefonino e mi accingo a chiamare la polizia… poi vedo che il cancello è aperto. Mia figlia, che – ne sono certo – non ha avuto il mio stesso lavorio interiore, suggerisce di entrare e giocare per un po’. Così entriamo. Noto subito una delle altalene rotte e penzoloni. 5 ragazzi maschi di circa 13 anni stanno usando un repertorio vocale da film dell’orrore. Niente di strano, mi dico; stanno approfittando dell'assenza dei genitori per atteggiarsi da adulti. Usare un linguaggio volgare e dei ruvidi modi da boscaiolo deve farli sentire più grandi! Poco male, ci siamo passati tutti!

Mia figlia comincia a giocare incurante di tutto il resto, mentre io invito i 5 ragazzi a non spaccare i giochi. Mi chiedo perché il parco è buio, e soprattutto perché il cancello è ancora aperto. Ispeziono con amarezza l’altalena rotta, prima vittima della mancata custodia, e prendo nota mentalmente degli attrezzi e dei pezzi di ricambio che mio serviranno per riparare il danno. Passano una decina di minuti sempre allietati da un sottofondo di improperi e bestemmie irripetibili. Poi squilla un telefonino:

– Pronto… No, Ma’ non rompere le p…e! … No, so qui coi ragazzi… sì, al parchetto con Giuseppe e Francesco (nomi di fantasia). E dai, Ma’ non rompe’r c..zo.  … No dai, e inutile che mi passi papà… che rompi c..ni! … Non rompe' i c….ni … e dai, è presto… sì ma che che c..zo! Vabbe’ tra un po’ vengo. Che c…ni!!

Io sono allibito: se i miei figli usassero… non dico quel linguaggio, ma solo quel tono, prenderebbero tante di quelle sberle…

Dopo un paio di minuti squilla un altro cellulare… e la delizia si ripete. Prendo mia figlia per mano e ce ne andiamo. Facciamo il giro largo e passiamo davanti al centro commerciale. Davanti al bar l’Orchidea c’è un’Alfetta dei Carabinieri ferma… vuota. Guardo dentro il bar, ma non vedo nessun Carabiniere. Chissà… saranno dentro Napul'é a mangiare la pizza. Indugio, vorrei tornare indietro, poi mi fermo. Che gli dico? Che il cancello del parco giochi è aperto? Che la luce è spenta? Che l’altalena è rotta? Che un gruppo di tredicenni insolenti usa un linguaggio oltraggioso? Che non trattano i beni pubblici col dovuto rispetto? Già mi sembra di vedere la faccia incredula dell'appuntato mentre ingoia il trancio di pizza!

Così riprendo la mia bimba per mano e ci avviamo verso casa. Passando davanti al parco giochi di Via Cherubini, buio pure questo, vediamo molte ombre che si aggirano tra le giostre, mentre le imprecazioni e le ingiurie sono chiaramente udibili, solo a tratti sovrastati dal rumore di legno frantumato e di ferraglia che sbatte.

Salvatore