Aprilia 08/02/2008
DOMENICA 17 FEBBRAIO 2008 IL MOVIMENTO NO TURBOGAS TORNA IN PIAZZA.
Da quando la protesta è cominciata molta strada è stata fatta. Oggi questa questione è una delle vertenze più partecipate e significative della Regione Lazio. La forza delle nostre argomentazioni ancor prima del sostegno di migliaia di persone ci hanno consentito di impedire che a tutt’oggi, a più di un anno dall’autorizzazione all’istallazione della Centrale, nessun cantiere si sia aperto e la partita non può considerarsi chiusa.
Le decisione di localizzare una centrale di queste dimensioni in un’area vivono oltre 250mila persone, gravata da seri problemi d’inquinamento atmosferico e con la presenza di industrie ad elevato rischio ambientale, è figlia di un’altra scelta sbagliata: il cosiddetto decreto “Sblocca-centrali”. Ma la scelta di costruire nell’Agro Pontino una nuova centrale termoelettrica è sbagliata per ragioni di carattere ancora più generale: continuare ad inseguire il trend della crescita del consumo energetico senza pianificare dove e come risparmiare, quali e quante energie pulite e rinnovabili realizzare nel nostro paese, aumentando così la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili condanna la nostra Regione e il nostro Paese ad inseguire un modello di sviluppo senza futuro. Appare fuori da ogni ragionevolezza la scelta di continuare a peggiorare la nostra dipendenza energetica continuando ad ignorare i limiti alle emissioni di gas serra previsti dal Trattato di Kyoto e ribaditi dalle recenti decisioni della Commissione europea, che prevede un taglio dei gas serra del 20% nei prossimi 5 anni.
A tal proposito dal 1 GENNAIO 2008 l'Italia accumula ogni giorno un debito di oltre 5 milioni di euro per il superamento del limite relativo alle emissioni di CO2, violando sistematicamente il Trattato di Kyoto. Oggi l’Italia ha un livello di emissioni superiore del 12% rispetto al 1990 (fonte: Kyoto Club), proseguire in scelte senza controllo non fa che aumentare queste emissioni.
Ci opponiamo a questo progetto anche per ragioni di carattere locale: l’impianto è stato autorizzato e quindi è cantierabile pur avendo collocazione attigua ad una area popolata da ben 12.000 abitanti, e essendo distante solo 2,5 Km dal centro della città di Aprilia ( 70.000 abitanti). Nel giro di 15 chilometri sono presenti almeno 120.000 abitanti ricadenti nei comuni di Aprilia, Nettuno, Anzio, Ardea, Lanuvio, Velletri, Pomezia e Cisterna, e nel raggio di 40 km almeno 250.000. Come se non bastasse, in altri luoghi la presenza di industrie a rischio rilevante ( rischio seveso) è stato un argomento per cercare una diversa collocazione. Invece, ad Aprilia, dove sono presenti ben 4 impianti a Rischio Rilevante, di cui uno a 250 metri dalla futura centrale, tutto questo viene ignorato.
Non viene neppure presa in considerazione la presenza già oggi, come stiamo dimostrando con le verifiche attivate da ARPA e dall’Università la Sapienza, di livelli di inquinamento atmosferico che collocano Aprilia e il suo territorio tra le aree più inquinate della Regione Lazio, in cui avviare interventi immediati per il risanamento dell’aria. Eppure sono noti gli studi gli studi sulle polveri sottili emesse da centrali termolettrica della grandezza prevista per quella di Aprilia e le crescenti preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti sulla salute.
La pressione popolare e le nostre ragioni hanno spinto la Regione Lazio, per iniziativa del suo stesso Presidente, ad istituire un tavolo per Aprilia, capace di analizzare sia gli aspetti ambientali che quelli relativi al percorso che ha portato all’autorizzazione della Centrale di Aprilia da parte dei Ministeri competenti.
Oggi questo percorso non è concluso ed anzi sta confermando come fondate le nostre preoccupazioni. Abbiamo denunciato da sempre che alcuni degli atti che rendevano possibile l’istallazione di questa centrale erano basati su delle falsità, così come il quadro ambientale che emergeva non era veritiero.
Il percorso di confronto deve proseguire, noi che abbiamo accettato la sfida del Presidente della Regione di evidenziare le incongruenze e dimostrare le nostre ragioni chiediamo con forza che questo percorso prosegua fino alla sua conclusione e si arricchisca di un luogo dove poter analizzare in maniera compiuta e autorevole gli eventuali effetti sulla salute pubblica.
Ad Aprilia e nei comuni limitrofi viene portata avanti una battaglia in cui si chiede semplicemente il rispetto e l’ascolto delle ragioni dei cittadini. Da circa un anno uomini e donne presidiano l’area individuata per la costruzione della Centrale. Uno sforzo straordinario di democrazia e partecipazione che ha consentito di non archiviare questa vicenda e che chiede a gran voce di proseguire nel dialogo.
Ed è per queste ragioni che intendiamo promuovere una iniziativa aperta alla presenza e alla collaborazione di tutte le forze politiche e sociali, le associazioni, i movimenti impegnati in altre vertenze importanti nel nostro Paese.
Una grande manifestazione popolare, partecipata ed unitaria per rifiutare ogni precipitazione forzata dopo il giudizio pendente di fronte al TAR del Lazio, e per sostenere, implementare e concludere i percorsi di dialogo attivati dalla Regione Lazio, senza derubricare Aprilia ad un problema di ordine pubblico.
Si invitano le istituzioni locali, le forze politiche, i sindacati, le associazioni, i movimenti, ad aderire pubblicamente a questo appello.
La Manifestazione si svolgerà il Domenica 17 febbraio 2008 con partenza alle ore 09:30 da Piazza Roma – Aprilia (LT) .
RETE CITTADINI CONTRO LA TURBOGAS