perché esprime un sentimento universalmente umano.
Nei gesti del ragazzo disabile che vuole essere come gli altri,
nella rabbia di chi si ribella di fronte ai soprusi,
nella fatica quotidiana di stare in piedi con dignità nonostante le ingiustizie.
Vi è poesia nella condizione umana.
Si dovrebbe dare grande importanza all'espressione poetica dei sentimenti.
Bisogna esercitare il piccolo dell'uomo a sentire vibrare dentro di sé le corde dell'anima;
quelle corde che vibrano anche negli altri e ci permettono di riconoscerci a vicenda.
Penso alle lacrime di mio padre che sapeva mostrare che anche un uomo
può piangere di fronte allegria e alla sofferenza;
sono sentimenti che vedo in tante persone che incontro nella mia vita e nel mio lavoro.
Ricordo che mi capitava di accompagnare un ragazzo disabile mentale,
definito come affetto da "nevrosi ossessivo-convulsiva", alla vecchia biblioteca di Bologna;
un posto dove tuttora mi piace andare per il silenzio, la tranquillità e l'odore del legno vecchio.
Marco, il ragazzo di cui sto parlando, è alto quasi due metri, lungo e magro.
Quando veniva con me ci sedevamo nella vecchia sala di lettura in mezzo ai libri;
lui si sedeva e guardava intorno in silenzio mentre prendevo qualche libro.
Mi rivolgevo a lui dicendo: "Vedi Marco, questi sono tutti signori che parlato di te, di me, di noi!".
Lui mi guardava e apriva qualche libro; eccone uno di Pascal, un'altro di Rousseau;
Marco non diceva nulla ma si sentiva bene: Gli parlavo di Blaise e di Jean-Jaques
dicendo che quest'ultimo era anche visto come un matto. Lui esclamava: "Davvero!", poi ce ne andavamo.
Non so esattamente cosa abbia conservato in quei momenti ma vi era in lui come una vibrazione:
non si sentiva più come lo scemo di turno che deve essere ammaestrato.
Sono sicuro che sentiva vibrare la sua anima.
Marco come tanti altri esprimono la bellezza della loro anima se si sentono considerati come esseri umani.
di Alain Goussot
Tratto da Animazione Sociale n. 10