Archivio Mensile: Settembre 2007

LE AMNESIE DI ZACCHEO

Settembre è il mese per il rilancio delle attività imprenditoriali, professionali, commerciali, scolastiche, politiche. E’ il mese dove si pianifica il fine anno, ma anche quello che verrà.Di norma lo fanno tutti: imprenditori e professionisti, commercianti, professori e studenti.Anche i politici pianificano il loro lavoro, qualcuno come il sindaco Zaccheo pianifica l’impossibile o quanto meno l’improbabile. Parla di grandi opere: il porto, la metropolitana, il nuovo ospedale, il nuovo carcere. Ne parla da tempo e di concreto non si vede nulla. Tanto per rimanere in mare, naviga a vista. Continua a non ricordare quello che affermò cinque anni fa. Azzero tutto e rivedo il progetto Terme, compresa la società Terme di Fogliano. Risultato? Tutto come cinque anni fa. Per non parlare del debito con Condotte e relativo decreto ingiuntivo scomparso. Una farsa. Ma il sindaco non ricorda neppure cosa disse per l’Intermodale. Rivedo tutto. Il centro logistico continua ad accumulare perdite. Per ultimo parla di nuovi finanziamenti del Ministero del Tesoro per l’immobile ICOS, dove dovrebbe andare la Guardia di Finanza. Pare che di questi finanziamenti ne sia a conoscenza solo lui. Di reale c’è solo il mutuo che il comune di Latina continua a pagare per l’acquisto all’asta fallimentare. Ma è bene ricordare che il sindaco ha sostenuto a suo tempo di non sapere nulla dell’aumento illegittimo delle tariffe delle bollette di Latina Ambiente. Anche qui come per le terme super commissione di esperti, altri soldi dei cittadini contribuenti. Con quale risultato? Ancora non se ne sa nulla. Il sindaco non ricorda bene neppure l’intero iter dell’affare Orsal. Risultato? Il comune, ovvero i cittadini contribuenti, ci hanno rimesso diversi centinaia di migliaia di euro. La ex SVAR? Ricorda Zaccheo di aver affermato diversi mesi fa che era tutto pronto per l’inizio dei lavori, perlomeno quelli di bonifica del territorio? Tutto fermo, continua il degrado in piena città. La metropolitana? Per il sindaco doveva essere già partita. Qualcosa il sindaco lo ha però pianificato. Ha preso in affitto due piani del rifatto (dall’architetto transalpino Wilmotte) palazzo Pegasol. Ricorda di aver detto di volerlo acquistare? Perché allora non acquistarlo subito? Ma le amnesie maggiori (non tutte però) del sindaco sono quelle sull’urbanistica. Sulla materia si cimenta da tempo, cambiando in corsa la sua opinione sulla necessità di un nuovo PRG. Oggi predilige il vecchio piano Piccinato e i piani particolareggiati. Sarà ricordato (malamente) come il sindaco che ha autorizzato più metri cubi di cemento nella storia della città. Zaccheo continua a dire che ama Latina, incurante di come la stia modificando e come si stiano stravolgendo i borghi. Le cronache recenti raccontano che tra spartizioni di deleghe e assessorati nuovi da assegnare, la fretta del sindaco è quella di tornare a “trattare” di urbanistica. Che sia la marina e i terreni vicino a Satricum i prossimi argomenti all’ordine del giorno? Il sindaco ha sufficiente memoria per ricordare il problema dei depuratori ? Il sindaco si rende conto che c’è il rischio che molti cittadini potrebbero non avere l’abitabilità degli immobili acquistati? Ricorda quando fu il paladino di una personale battaglia contro “i cavalieri dell’apocalisse” perché non si costruisse il grattacielo nel centro direzionale, oggi in costruzione? Ed infine, in merito ai costi della politica, ricorda (se lo ha letto) quello che il suo presidente nazionale ha detto al Corriere della Sera. Testualmente Fini afferma: ”occorre essere coerenti e consequenziali. Per esempio, se noi facciamo una battaglia contro gli sprechi e le caste a livello nazionale, poi non ci può essere a livello locale la richiesta di aumentare dei consiglieri comunali o dei politici nelle municipalizzate”. Ricorderà Zaccheo le indicazioni del suo presidente e sponsor? Una cosa però il sindaco la deve assolutamente ricordare per tutta la durata del suo mandato. Poco più della maggioranza (in ogni caso sempre maggioranza) di questa città non ha creduto alle sue amnesie e per questo lo ha mandato al ballottaggio. 

Nando Cappelletti  LATINA SOCIALE

INCREDIBILE: a Lestrella apre un nuovo negozio !

A proposito dell'inaugurazione del nuovo esercizio commerciale prevista per domenica prossima (pubblicizzata abbondantemente con le locandine gialle nelle strade del quartiere) sarebbe carino che una sorta di comitato di accoglienza, magari informale, desse il benvenuto come quartiere e come portale a chi ha dimostrato indubbio coraggio nel venire ad aprire un negozio nel Lestrella.Passione a parte per il modellismo…

Fuori i fannulloni dalla pubblica amministrazione: la proposta Ichino

Qualche mese fa, verso la fine di agosto, il giuslavorista Pietro Ichino – di cui ho apprezzato A che cosa serve il sindacato? – ha lanciato, dalle pagine del Corriere della Sera, una proposta "scandalosa", quasi "indecente", per ridurre la spesa pubblica e razionalizzare la pubblica amministrazione: licenziare l'uno per cento dei dipendenti pubblici, andandoli a pescare tra i più fannulloni. Allora ero a Berlino e, letta di sfuggita la notizia, non ho poi seguito la discussione e il putiferio con cui in Italia è stata accolta l'idea di Ichino – soprattutto da parte dei sindacati del settore pubblico. Ora tutta la faccenda è descritta e precisata in un volumetto che Ichino ha appena mandato in libreria: I nullafacenti. Perché e come reagire alla più grave ingiustizia della nostra amministrazione pubblica.

Per introdurre la proposta, Ichino si serve di un dialogo immaginario – quasi socratico – tra un precario del settore pubblico e un sindacalista. E' quest'ultimo che, con il pretesto di "difendere" a ogni costo chi è assunto a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione, fa in realtà l'interesse di chi è inamovibile anche quando – talvolta persino dolosamente – non fa nulla e il suo rendimento è non soltanto scarso, ma persino nullo. Quella che viene spacciata per "giustizia" è invece una somma ingiustizia nei confronti in primo luogo di chi lavora ("tutti i dipendenti pubblici seri sono vittime di un sistema incapace di distinguere tra chi lavora bene e chi no") e in secondo luogo di quei precari che potrebbero essere assunti – e che già sono pagati in modo "discriminatorio" rispetto agli altri – licenziando i "nullafacenti". Ichino para anche un'obiezione che potrebbe sorgere: chi garantisce che i licenziamenti verranno attuati con giustizia e non in base a criteri di simpatia personale? Per ovviare a questo rischio, Ichino propone che si istituiscano, almeno inizialmente, degli organismi autonomi di valutazione e che le scelte possano essere impugnate davanti al giudice dal lavoratore (anzi: dal non-lavoratore) colpito, purché si applichi la regola del "litisconsorzio necessario", chiamando cioè in causa l'altro lavoratore che, secondo il non-lavoratore colpito, dovrebbe ricevere la valutazione negativa.

Come si nota, dunque, la posizione di Ichino è tutt'altro che estrema e mi sembra invece che rappresenti il minimo per introdurre un po' di meritocrazia anche nell'amministrazione pubblica. C'è anzi chi, come Luigi De Marchi, la ritiene fin troppo timida e ben di più dovrebbero essere i dipendenti pubblici da licenziare (e scrive: "questa ridicola proposta dell’1%, che esigerebbe almeno 100 anni per riportare la nostra burocrazia a dimensioni sostenibili, è già stata sdegnosamente bloccata da vari ministri del Governo Prodi e dai 3 gnomi del sindacato di regime.")

Il libro di Pietro Ichino è, naturalmente, un instant book e non ha quell'ampiezza di respiro e di analisi che aveva l'altro suo libro sul sindacato (e sulle storture del sistema sindacale italiano). Oltre al "dialogo socratico" iniziale comprende anche gli articoli originariamente apparsi sul Corriere della Sera, una serie di interventi che lo stesso Ichino ha selezionato tra le reazioni dei lettori che hanno commentato la sua proposta nel forum aperto dal quotidiano milanese. Inutile dire che la stragrande maggioranza dei lettori è d'accordo con lui: in molti casi vengono fornite testimonianze in presa diretta della negligenza descritta dal giuslavorista o confronti con i sistemi in vigore in altri paesi, in particolare in Inghilterra. Non mancano, tuttavia, voci molto discordanti che talora rasentano il caricaturale, come per esempio quella di qualcuno che scrive: "Il prof. Ichino è un terrorista volgare e astuto, perché ingenera un senso di terrore vago e mai precisato (…) Il suo è un odio viscerale contro chi lavora (un bersaglio non combattente) e ogni suo atto è diretto a terrorizzare (…) Il progresso dell'umanità si misura dalla sua progressiva liberazione dalla schiavitù del lavoro. Il prof. Ichino è un terrorista della schiavitù". L'estensore di questo commento si astiene però dal dire che i nullafacenti pubblici che si "emancipano dalla schiavitù del lavoro" lo fanno parassitando il denaro pubblico e il lavoro di altri che sgobbano al posto loro: strano concetto di liberazione.

L'ultima parte del libro riporta invece, concretamente, i dettagli tecnici della proposta di Ichino ("Come si può garantire equità e trasparenza nella valutazione, negli incentivi e nelle sanzioni"), così come è stata pubblicata sul sito lavoce il sette settembre scorso.

A dire il vero, ho letto la proposta di Ichino – che condivido, pur ritenendola davvero un po' timida – sentendomi, di volta in volta, euforico (finalmente qualcuno propone qualcosa che tenta di disincrostare il putrido sistema pubblico italiano, ormai paralizzato) e rassegnato (una cosa del genere non passerà mai in Italia, vinceranno sempre i sindacati che difendono a spada tratta i nullafacenti, a discapito dei lavoratori – e impossibile che i politici, con le loro rendite, vadano a prosciugare il pozzo da cui le attingono), tanto che – a tratti – mi sembrava di leggere non una proposta concreta, ma un romanzo di fantascienza, ambientato non ad Alpha Centauri ma in una pubblica amministrazione efficiente e funzionante in base a princìpi meritocratici. Povero illuso che sono!

Mario Bernardis

La crisi di un sindacato.. la difesa dei fannulloni.

Vorrei sottoporre l'articolo di fondo che apre IL MESSAGGERO del 13.09.2007, sulla crisi interna alla CGIL ma che rispecchia, comunque,  una crisi generale dei Sindacati….

LE RAGIONI DEI LAVORATORI . LE COLPE DEI FANNULLAONI

di Paolo POMBENI
Lo scontro interno alla Cgil va preso sul serio, perché, a suo modo, riflette alcune delle contraddizioni di fondo in cui si dibatte questo Paese. La rabbia dei metalmeccanici della Fiom è comprensibile e condivisibile di fronte a salari che sono oggettivamente bassi e che costringono le famiglie a vivere con difficoltà a fronte di un lavoro che si mantiene “duro” e peraltro essenziale allo sviluppo di un settore economico ancora trainante.
La loro richiesta di qualche aumento salariale fra l’altro contenuto (stiamo parlando di 5 o 6 euro al mese in più) non è tale che possa venire respinta come immotivata. Non vorremmo apparire brutali ma la realtà è un’altra: non ha senso tenere una classe operaia in condizione di salari bassi per mantenere i costi di un sistema di intermediazione politica e di gigantismo burocratico assai poco produttivo, ovvero non ha senso mettere in difficoltà una componente che è un “capitale umano” essenziale al Paese (questo giornale sta parlando tanto di merito, anche chi lavora alla catena di montaggio ha diritto a vederselo riconosciuto) per garantire una buona esistenza ad un insieme di scrocconi e fannulloni. Una rete di intermediari all’italiana che non ha paragoni al mondo.
Questa è la vera questione da risolvere, qui ci sono i presupposti per la ragionevolezza, per trovare un vero terreno di contrattazione. Per capire, ad esempio, che i “padroni” non sono tutti cattivi e “succhiasangue”, questa immagine è buona per la retorica di un estremismo radicaloide che dovrebbe avere fatto il suo tempo. La domanda seria da porsi è se le imprese non abbiano in realtà margini sufficienti per espandere i salari viste le condizioni di competitività estrema in cui sono poste da una concorrenza globalizzata.
Certo questo quadro generale invita il sindacato a qualche ragionamento meno… tranquillo. Non vogliamo entrare nelle loro schermaglie interne, certo non può essere un sindacato sempre meno “operaio” e sempre più di pensionati e addetti a vari tipi di servizi (pubblici e privati). La ricchezza del nostro paese è inevitabilmente nel nostro sistema produttivo e oggi non si può certo vincere collocandosi nel sistema della bassa qualità e della commercializzazione facile, perché lì la gara è persa in partenza visti i costi del lavoro che si possono trovare nei paesi emergenti dell’ex Terzo mondo.
Anni fa, ma non certo secoli fa, si era avanzato un discorso sulla “alleanza dei ceti produttivi”, cioè sull’interesse “riformista” (possiamo dirlo a certi ideologi neo-operaisti?) di tutti coloro che sono realmente nel sistema che produce la ricchezza del paese di promuovere una revisione profonda del contesto italiano.
Una riforma che riuscisse ad abbattere la selva di privilegi, rendite di posizione di inutile intermediazione, sprechi organizzativi per motivi clientelari dei più vari generi, che ruotano intorno alla politica, afferrano alla gola e soffocano la vitalità economica del Paese e la sua capacità di mantenere quel livello di sviluppo che pure si era riusciti a conquistare. Questa, e non altre, è la vera questione capitale
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Per coloro che hanno seguito recentemente la polemica tra lo scrivente Delegato aliquota CGIL alla RSU Comune di Latina e la S.G.A. della CISL, nonché Coordinatrice della RSU, credo che questo fondo pubblicato oggi, o è capace di far riflettere il sindacato in generale o sarà una crisi forte con conseguenze anche di derive populistiche o estremistiche. Occore che certo modo di fare sindacato, irresponsabile  e fatti di inciuci miserevoli deve cessare e far fare passi indietro a una classe dirigente del sindacato superata e compromessa irrimediabilmente.

Mario Bernardis

Aspettiamo un nuovo incidente?

Il sindaco di Latina sta facendo il giro trionfale delle scuole di Littoria (…certe cose pensavo di vederle solo nei cinegiornali Luce… illuso!), scrive commuoventi letterine ai plaudenti scolari ma il fumo è tanto e la carne scarseggia. Non so se avete notato tutti che l'attraversamento pedonale che porta alla Milani, per capirci il tratto CEEPLA-vialetto, è completamente incustodito. I bambini cercano di attraversare alla meno peggio, in una situazione di reale pericolo. Stamattina ho dovuto litigare con un deficiente perchè avevo fermato la mia macchina prima del dosso per far passare almeno una cinquantina di bambini, mamme e passeggini. Dieci minuti dopo ho visto DUE VIGILI URBANI (maschio e femmina) che gestivano l'analogo attraversamento del terzo circolo. Cosa facciamo? Aspettiamo l'incidente, così Zaccheo ha l'occasione di intervenire, con prode risolutezza, rimediando un altro articolo sui suoi giornali?

Rotondina intelligente in via Paganini

Sulla svolta a sinistra di via Tartini vi avevo già annunciato che avevo chiesto a qualcuno di prodigarsi presso il Comune per attuare una soluzione che mi era venuta in mente da qualche tempo, no? Avuta ormai la certezza che la cosa si farà quanto prima, ora ve la dico. La notizia è questa: ho chiesto due mesi fa a Giorgio De Marchis di intervenire presso il Comune affinchè in fondo a via Tartini venisse creata una rotondina, tipo quella di via del'Agora. Cosa che de Marchis ha fatto puntualmente. L'Ingegnere Capo del Comune, Brinati, ha già effettuato un sopralluogo e ha verificato che la rotondina si può fare. Questo risolverebbe in un batter d'occhio due problemi: il primo che chi viene da via Tartini avrebbe la possibilità di girare a sinistra in sicurezza e senza patemi d'animo; il secondo è che i vari Nicky Lauda provenienti dai palazzoni dovranno per forza di cose rallentare e dare quindi la possibilità di reimmettersi in via Tartini da chi proviene dalle parti del supermercato Cassandra, senza rischiare ogni volta il botto. Aspettiamo quindi fiduciosi che la cosa vada in porto. Quando? Questo non lo so, ma ringrazio fin da ora e da questo sito il Consigliere dei Ds Giorgio De Marchis e l'ingegnere Capo del Comune Brinati per la sensibilità dimostrata.

Mariassunta D'Alessio

Articolo di Latina Oggi su sicurezza istituto Don Milani

Sarebbe da dire anno scolastico nuovo vita nuova ma a quanto vedo non è così i problemi dell'Istituto sono tanti e di non facile soluzione. L'ampliamento del plesso di via Cimarosa della materna è argomento dibattuto e richiesto dal momento della sua realizzazione (mi pare il 1999), l'ampliamento degli spazi del plesso di via Cilea è stato in parte ottenuto con il trasferimento della biblioteca. Ma puntare il dito contro contro i precedenti dirigenti scolastici "Rei di non aver messo alle strette l'Amministrazione e di non aver preteso i lavori necessari a rendere la scuola adeguata" tenuto conto che a parte i due anni della Carotenuto il dirigente precedente era Santo Reitano significa veramente non conoscere o peggio, conoscere e dire l'esatto contrario della realtà dei fatti, come ad esempio parlare dell'impianto elettrico della scuola non a norma (Se non è a norma la scuola deve essere chiusa, ma a questo credo che a Raffaele Piccolo risponderà il responsabile della sicurezza e quello per la 626) solo per gettare benzina sul fuoco senza alcun riscontro oggettivo. La nostra Amministrazione Comunale la conoscete no? Qualcuno di quelli che protestano li ha sicuramente votati ed allora dato che d cambiali d apagare ne hanno tante pagassero anche questa.

Il problema vero è che con i nuovi palazzi che si stanno costruendo la popolazione dei quartieri aumenterà ancora e si tratterà di nuove famiglie con figli piccoli personalmente ravvedo l'estrema necessità di una nuova scuola nei due quartieri una Direzione Didattica a se stante staccata dall'Istituto Comprensivo che dovrebbe tornare a quello che era in passato la Scuola Media Statale Don Milani. Le aree ci sono (ricordate perchè non è stato realizzato il campo di calcio nella Q5, perchè area destinata ad edilizia scolastica) e questa sarebbe una necessità che anche il portale e l'Associazione dovrebbero portare avanti perchè non è possibile che in uno stabile (via Cilea) ci siano materna, elementari e medie.

http://www.i4it.it/LatinaOggi2/openPdf.php?pdf=pag07latina&day=11_9_2007

Contratto di quartiere Latina Scalo. Firmato l’accordo

http://parvapolis.panservice.it/index.php3?idnotizia=34704 

Il sindaco Vincenzo Zaccheo ed il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo hanno sottoscritto l’accordo di programma relativo all’approvazione del Piano di recupero di Latina scalo sul quale è stato pianificato il Contratto di quartiere II. L’atto così sottoscritto (che di fatto sancisce l’approvazione definitiva dello strumento urbanistico sul quale è stato programmato il contratto di quartiere) ai sensi della normativa vigente va ratificato in consiglio comunale entro i prossimi 30 giorni. Si potranno così avviare i singoli progetti esecutivi e le procedure di gara propedeutici alla realizzazione (già entro l’anno, come previsto) di interventi concreti nel quartiere. Tra le opere previste: Riqualificazione di due piazze nel centro di Latina scalo; Realizzazione di un asilo nido e sistemazione dell'area; Sistemazione di via Parmenide e realizzazione di una piazza in area adiacente; Servizi generali ed uffici (mediante realizzazione di un complesso edilizio a carattere sperimentale destinato a servizi generali ed uffici per un totale di mc 3000). Manutenzione e riqualificazione degli edifici ERP e delle aree circostanti ricadenti nei complessi edilizi Lotto 39 e Lotto 40; Realizzazione di un edificio di Edilizia Residenziale Pubblica a carattere sperimentale da destinare alle forze dell'ordine e agli agenti di custodia. Nuova Caserma dei Carabinieri – localizzazione – (da realizzarsi attraverso project financing); Sistemazione delle aree adiacenti al Fosso Cupido e realizzazione di una pista ciclabile; Nuovo edificio Erp per categorie speciali; Realizzazione di un nuovo parco urbano (sarà questo il primo degli interventi in ordine cronologico ad esser realizzato); Interventi di mobilità: Nuova arteria di collegamento tra via Epitaffio e la stazione ferroviaria; Nuovo collegamento tra via Epitaffio e via di Tor Tre Ponti; Ampliamento sede stradale tra via dell'Olmo e via della stazione; Realizzazione di un centro polifunzionale adibito a servizi. Questo intervento si pone come una delle opere più significative previste all’interno del nucleo consolidato dell’insediamento, elemento focale e rappresentativo dell’intero sistema degli spazi urbani che il Contratto di Quartiere II – “Latina Scalo” intende realizzare. Esso è ubicato in posizione intermedia tra l’ingresso del quartiere e il parcheggio della stazione ferroviaria. L’area è caratterizzata da un lotto completamente libero delimitato verso est da edilizia residenziale di recente realizzazione e da viabilità di distribuzione interna a tali lotti oltre che da un canale, verso sud da lotto destinato al progetto della nuova Caserma dei Carabinieri, verso Nord da aree libere con alcune costruzioni isolate, verso Ovest da aree completamente libere. Le aree funzionali previste nel Progetto Definitivo Generale, collegate tra loro da un elemento porticato, sono: mercato rionale che prevede una superficie destinata ad accogliere punti vendita temporanei (circa 70 unità) ed punti vendita in sede fissa (10 unità); centro civico (intervento previsto dal Progetto Definitivo – Stralcio Funzionale ) – organizzato su un volume, ad un unico livello con altezza pari a 4 m, a pianta rettangolare con ingresso sulla piazza principale che disimpegna un atrio comune alle varie attività; edificio polifunzionale – edificio a pianta rettangolare ad un livello con una altezza di 4 metri. L’organizzazione degli spazi interni consente una elevata flessibilità e, pertanto, la possibilità di sfruttare la struttura per usi diversi ed alternativi. Bar ristorante – volume edilizio a pianta quadrata ed a doppia altezza, con una organizzazione degli spazi interni che consente una discreta flessibilità di utilizzo. Spazi aperti configurati come piazza di quartiere, parco urbano, viabilità e sosta urbana – La piazza di quartiere è circoscritta dai fronti dei corpi di fabbrica degli edifici di nuova realizzazione, la sua qualità e dimensione, unitamente alle funzioni che vi si affacciano, la configurano come luogo centrale. Per il Contratto di Quartiere di Latina Scalo, è stata già accreditata formalmente al Comune di Latina la prima tranche del finanziamento globale (500mila euro (sul totale finanziato di circa 10milioni di euro). “E’ la concretizzazione di un impegno forte che ci ha visto lavorare a stretto contatto di gomito con la gente, per cogliere appieno e dall’interno le esigenze di due popolosi quartieri cittadini – commenta il sindaco on.le Vincenzo Zaccheo. Gli obiettivi dei Contratti di quartiere non riguardano esclusivamente opere urbane e di edilizia ma anche azioni sociali e di animazione economica: si tratta quindi di eccezionali strumenti di crescita anche dal punto di vista della qualità della vita; ciò che spiega la scelta strategica delle aree di intervento sulle quali si è lavorato sodo in questi anni, attraverso un metodo partecipativo che ha garantito la sostenibilità, l’efficacia e la coerenza dei progetti con la realtà locale. L’avvio dei cantieri, già dalle prossime settimane, è dunque motivo di grande soddisfazione perché finalmente rende tangibile il risultato di un’attività intensa per la quale il Comune di Latina è stato anche premiato attraverso il finanziamento delle importanti opere che andranno ad essere realizzate”. Cos’è il Contratto di Quartiere? Mutuato dai “contrats de ville” sperimentati in Francia, il termine “contratto di quartiere” sta ad indicare un patto tra cittadini, imprenditoria locale, enti ed istituzioni su possibilità concordate e condivise di sviluppo locale. Si inserisce in tale contesto l’adesione del Comune al cosiddetto progetto “Contratto di Quartiere II”(legge 08.02.2001, n.21), il programma varato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per interventi di riqualificazione urbana. Il Comune di Latina, attraverso il Servizio di Edilizia Residenziale Pubblica, ha partecipato al Bando della Regione Lazio – Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativo alla seconda edizione dei Contratti di quartiere presentando due proposte: Nicolosi – Villaggio Trieste e Latina scalo. Entrambe le proposte sono risultate vincitrici del bando posizionandosi rispettivamente all’8° e al 5° posto nella graduatoria regionale. I finanziamenti ottenuti, sommati alle risorse stanziate dall’Ater e dal Comune di Latina, raggiungono un totale di 13.073.000 € per Nicolosi-Villaggio Trieste e di 16.974.000 € per Latina scalo, da destinare alla realizzazione di spazi da destinare alla cultura e alla socialità, strutture sportive, parchi urbani, piste ciclabili, servizi commerciali e non, infrastrutture, nuove residenze e alla riqualificazione degli edifici e delle aree dell’Ater.

Roberta Colazingari

   

Incontro al “Gabbiano” con Cirilli

Il Movimento è costituito dalla somma delle persone fisiche che sottoscrivono il Manifesto. L’adesione al Movimento avviene quindi con la sottoscrizione del Manifesto e si considera automaticamente perfezionata a meno che non vi siano rilievi da parte dell’”Assemblea” (vedi di seguito). Non vi è incompatibilità tra adesione al Movimento e la partecipazione ad associazioni o movimenti politici o sindacali i cui statuti o programmi non siano in contrasto con  i principi contenuti nel Manifesto. Non possono sottoscrivere il Manifesto ed aderire al Movimento le persone che si trovino in una delle condizioni stabilite dall’art.58 del D.Lvo 267/2000 (cause ostative alle candidature elettive: es. condanne definitive per reati di peculato, concussione, corruzione, ecc.). Al fine di meglio organizzare le attività del Movimento, l’adesione personale avviene attraverso la partecipazione a gruppi di persone (di seguito denominati “gruppi”). La promozione della costituzione dei “gruppi”, con un numero minimo di 15 partecipanti, avviene ad opera di singole persone a tal fine denominate “responsabile del gruppo”. Non può essere “responsabile del gruppo” la persona che aderisca a rappresentanze politiche, salvo che queste ultime non siano diretta espressione dell’azione politica del Movimento. Il vincolo che unisce ciascun “gruppo” è la condivisione dei principi a base del Manifesto. Ogni “gruppo” si riunisce, si mobilita, partecipa all’azione politica del Movimento, produce e recepisce istanze nel rispetto dei principi del Manifesto e delle azioni ed obiettivi comuni a tutti i “gruppi” facenti parte del Movimento.  Dalla sottoscrizione del Manifesto discende l’impegno morale di vivere e testimoniare nel proprio agire politico e sociale i principi indicati nel Manifesto. I “responsabili dei gruppi” fanno parte dell’Assemblea il cui compito è quello di individuare e promuovere strategie, piani di azione ed obiettivi comuni a tutto il Movimento e che trovano rappresentanza istituzionale nella figura di Fabrizio Cirilli e degli eletti nelle liste di riferimento del Movimento. L’Assemblea ha altresì il compito di validare le adesioni al Manifesto e di decidere su eventuali cause di cessazione dell’adesione della persona per incompatibilità e/o contrarietà ai principi contenuti nel Manifesto.  Su tematiche e/o problematiche specifiche, su indicazione dell’Assemblea o del promotore del Movimento, possono essere creati team di studio ed analisi.    L’adesione al Movimento cessa per volontà individuale comunicata all’indirizzo sede del Movimento o per decisione, comunicata al singolo, dell’Assemblea per fatti e/o comportamenti della persona aderente incompatibili e/o contrari ai principi contenuti nel Manifesto.